Jessica Homebound tira dritto per la sua strada mentre canta Route 66. E lungo la via che porta ai sogni, i suoi fianchi eseguono uno slalom più dolce delle note rese celebri da Nat King Cole. Nel pub più famoso di Harlem, “Da Charlie’s”, il giovanotto che cena in platea tiene la forchetta a mezza via e se la mangia con gli occhi. Lei continua a far ondeggiare le anche, imitate dal décolleté che è già una celebrità dall’East River all’Hudson. Gli occhi del giovanotto proseguono lo slalom lungo curve da far perdere la bussola anche a un taxi. Come dicono a New York City.

Sulla via del non ritorno, più precisamente all’angolo fra Park Avenue e la 125ma, la cronaca di un amore annunciato continua così, seguendo strade parallele. Lei si muove sinuosa sul palco, fasciata nel vestitino nero che, in difetto di almeno due taglie, per il pubblico femminile è un errore di autostima, per quello maschile un’opera d’arte moderna da esporre al Moma. Lui non muove un muscolo, ingessato al suo tavolino, ma si slaccia il colletto della camicia che gli toglie il respiro. Lei dischiude le labbra piene e vermiglie per flautare il refrain della canzone con voce calda e profonda. Lui sibila alla cameriera di non fermarsi proprio lì davanti, rovinandogli lo spettacolo, poi sprofonda di nuovo nella sedia e nella contemplazione. Lui la fissa, lei pare avere lo sguardo perso. Adesso Jessica si appoggia languida al pianoforte incrociando le gambe affusolate, in cima a tacchi vertiginosi. Il giovanotto accavalla nervosamente le sue, perché vorrebbe scattare in piedi in una standing ovation anticipata. Lei continua a intonare Get your kicks on Route 66. Lui dà una ginocchiata alla gamba del tavolino, perché sta uscendo di carreggiata. Ora Jessica Homebound è all’acuto finale e s’inchina verso il pubblico dimostrando che la perfezione appartiene a questa terra. Lui pare non reggere la vista, non chiede il bis, ma si precipita verso l’uscita per aspettarla on the road. Senza sperare in scorciatoie.Quando la vede spuntare non molto dopo e poco più in là, giusto all’angolo fra la 125ma e la Madison, si avvicina con passo elegante e le chiede la cosa più cretina che uomo abbia mai chiesto a una donna: «Scusi, dove porta la Route 66?». Lei risponde solo: «Non ne ho idea». Poi gli sorride come pare che nessuna donna abbia mai sorriso a un uomo. Route o non Route, quei due sanno benissimo dove vogliono arrivare. E d’altra parte, in giro si sa: le curve di Jessica sono la via più breve per l’amore. E’ così che dicono a New York City.