Il profumo delle farfalle ha la leggerezza di un sogno che non svanisce e la discrezione di una scrittura delicata, in nome del rispetto che si deve al bene più prezioso di ogni uomo: il ricordo.

La sensazione del profumo delle farfalle coglie a sorpresa chi sfoglia le prime pagine dell’ultimo libro di Roberto Giardina, “Allegracuore”, Torri del Vento Edizioni. C’è un bambino che avanza lentamente, sulle spalle di suo padre, all’interno di un bosco, alla fine dell’Ottocento. E respira gli odori di resina e del caldo di primavera in Sicilia, di fiori sconosciuti, di erba e di muschio. Di tutto questo profumano le farfalle. Per ritrovare quell’emozione il bambino, da adulto, comprerà il bosco di Allegracuore, contrada in territorio di Cefalù. Lo pagherà 2400 lire, più o meno cinquemila euro di oggi. Un buon prezzo per il ricordo di una vita.

Se chiedete a Giardina, nato in Sicilia, da 28 anni a Berlino come corrispondente del nostro giornale, se si tratti di un romanzo vi risponderà di no. Non credetegli. Se insistete risponderà che è la storia di una famiglia, la sua, raccontata attraverso quella di un bosco. Ma un bosco protagonista di un libro è invenzione rara e poetica, e in fondo “Allegracuore” può essere letto anche come un romanzo, seducente e suggestivo.

Gli altri personaggi che vivono, amano, soffrono come in una selva shakespeariana non sono da meno rispetto all’attore principale. L’antenato entomologo che studiò la mantide assassina dei propri amanti e rischiò il Nobel, il professore, il senatore, lo zio innamorato del bosco, e le tante donne da Rina a Lucia a Maria a Dina e tutte le altre che seppero tessere insieme vite differenti. E soprattutto i bambini, i tanti bambini cui il bosco insegnò a diventare grandi e che hanno sempre mille interrogativi pur consapevoli che “fin da piccolo ogni siciliano sa che la migliore risposta a una domanda è un’altra domanda”.

C’è anche la Storia, ospite di riguardo nelle pagine di Giardina. In un racconto che si snoda per più di un secolo c’è il delitto Matteotti tre mesi dopo la visita in Sicilia, c’è un giovane Renato che a Palermo offriva i suoi disegni a chi avesse la gentilezza d’accettarli e di cognome faceva Guttuso, e fra i molti altri c’è anche un certo mago Crowley che arrivò a Cefalù con le sue mogli-streghe e decenni dopo finì sulla copertina di un disco dei Beatles, Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band.

Il bosco incantato di Giardina ha visto tutto e provato ogni dolore assieme a ogni gioia: i fascisti, i mafiosi, gli incendi, la rinascita dalle fiamme, la guerra, la riconquista della libertà, il crescere e diffondersi dei rami di un’intera famiglia, come metafora non cercata ma sicuramente naturale. Resta, come un soffio di vita sopra ogni storia, il senso profondo e inesauribile del profumo delle farfalle, perché – come rammenta l’autore – “non si può combattere contro i ricordi di un bambino”.

      Gianluigi Schiavon