Youssef sa qual è il colore giusto. Ha 8 anni, occhi che non sbagliano mira, voglia di ridere e pelle scura, perché è marocchino. Anche se scuro non è il colore esatto. Youssef non sa ancora cosa farà da grande, ma qualche idea comincia a venirgli. Per ora va a scuola e gioca a minibasket a Sant’Angelo in Vado, in provincia di Pesaro-Urbino, dove questa storia – accaduta poco tempo fa – se la ricorderanno per un pezzo. E speriamo anche da altre parti.

C’era allenamento quel giorno. Sembra una favola e per fortuna non lo è: il coach Marco Dini, detto Baruffa, sta ammaestrando pulcini e scoiattoli, categorie dai sei agli otto anni. Adotta lo schema “Strega comanda colore”. Vuol dire che i bambini devono palleggiare in campo su superfici diverse, secondo il colore scelto da Baruffa. Verde!, ordina il coach. E pulcini e scoiattoli ubbidiscono. Rosso! Scoiattoli e pulcini si precipitano. Giallo! Fatto! Blu! Ecco! Marrone! Gli atleti in miniatura si bloccano. Il marrone non c’è. Baruffa ha preso la squadra in contropiede, per addestrarla agli imprevisti. Ma pulcini e scoiattoli sono disorientati. Non sanno più che fare. Tutti, tranne uno. Youssef si fa avanti sicuro del fatto suo e di un’idea: comincia a palleggiare su sé stesso. E con ritmo e delicatezza si lancia la sfera addosso, prima sul petto, poi sulle gambe, e ancora sulle spalle e le braccia. E comincia a ridere, a ridere a crepapelle. E allora scoiattoli e pulcini capiscono che ha ragione lui. E iniziano a palleggiare su Youssef, sulle braccia, le spalle, le gambe, il petto. E ridono, ridono tutti come matti. Un manipolo di bambini scatenati e contenti, come in un film di Truffaut. Baruffa compreso. È stata la partita più divertente degli ultimi tempi a Sant’Angelo in Vado, e non solo.

Youssef sa bene qual è il colore giusto: ironia e orgoglio hanno la sfumatura della sua pelle. Ma ora Youssef sa anche cosa farà da grande. Andrà a far canestro nel campo di chi non crede nella bellezza di tutti i colori.

Gianluigi Schiavon