Il Castello dei Libri Ritrovati resiste all’assedio. Respinti gli ultimi nemici: la pandemia e le librerie bistrattate, prima chiuse poi aperte tra polemiche nero su bianco, le presentazioni dal vivo uccise per eutanasia culturale, le case editrici con la fantasia in cassa integrazione e infine la noia dei lettori in case improvvisamente vuote di parole, la malinconia di scrittori che troppe parole hanno lasciato fuori dalla porta, i giovani illetterati agli occhi degli adulti e altri luoghi comuni invalicabili come un fossato velenoso. Ma il Castello dei Libri Ritrovati è sopravvissuto a tutto questo. Trovando alleati inaspettati. Alla fine i numeri hanno soccorso le parole.
L’Aie, Associazione Italiana Editori, brinda a un sorprendente primo trimestre 2021: vendita libri a + 26,6%. Per dare un senso a questa cifra servono altri numeri: nell’aprile 2020 la perdita del fatturato era a – 20%, ridotta a -11 in giugno, a -7 a settembre per chiudere l’anno a + 2,4%. In quanti hanno creduto nella resistenza del Castello? Nel 2020 i lettori erano il 61% degli italiani nella fascia 15-74 anni, contro il 58% dell’anno precedente. E tanto per smentire un pensiero miope a proposito dei giovani lettori, va anche detto che tra gennaio e febbraio di quest’anno i diciottenni hanno utilizzato nell’80% dei casi lo strumento della “18app” per acquistare libri a stampa, giro d’affari pari a 75 milioni di euro.
Allo stesso tempo si moltiplicano come non mai, via social, i gruppi di lettura, con decine di migliaia di iscritti: hanno nomi fantasiosi e vitali come “Noi che i libri ce li mangiamo”, abitano luoghi inattesi come il “Gruppo di letture In-Paro” nato a Vado, frazione di Monzuno, sull’Appennino bolognese. E crescono, specializzandosi per generi e autori. Al Castello dei Libri Ritrovati qualche giorno fa c’era aria di festa: era il 23 aprile, data di morte di Shakespeare e Cervantes proclamata dall’Unesco “Giornata Mondiale del libro”, in onore della lettura. Dicono che il giovanissimo Moravia perseguitato dalla tubercolosi definisse i tempi delle cure e dei ricoveri come il “fatto più importante” della sua esistenza. Passava le giornate chiuso in sanatorio a Cortina d’Ampezzo a leggere, leggere, leggere: Dostoevskij, Dickens, Tolstoj, Balzac, Flaubert. Li conoscete tutti bene: abitano da sempre nel Castello dei Libri Ritrovati.
Gianluigi Schiavon
© Riproduzione riservata