Nella trasferta di Torino Giampaolo aveva chiesto una reazione. La prima differenza è stata la formazione con Bennacer, Hernandez e Leao in campo sono dal primo minuto. La differenza per intensità e qualità si vede sin dai primi minuti. L’approccio al match è differente dai quattro pretendenti impegni in campionato. Si difende andando al recupero del pallone in avanti, in modo evidente sino al vantaggio. La palla gira velocemente da sinistra a destra e viceversa anche con sventagli. Non si disdegna il lancio lungo, anche da Donnarumma. Piatek si muove senza rimanere esclusivamente inchiodato in mezzo. Leao, sulla sinistra, è una spina del fianco ben supportato da Hernandez, sempre pronto a sovrapporsi.
Calhanoglu batte una punizione dal limite e al 18mo Leao subisce fallo da rigore. Kessie, Leao, Calhanoglu e Piatek tirano in porta, e questa è una grande notizia.
Certo, perché il Milan ha avuto, sinora, il più alto possesso palla della Seria A ma sterile, con pochi tiri e il peggior attacco.
A tratti si rivede il Milan di Cardiff, che così bene aveva fatto contro il Manchester United. Nel finire del primo tempo i rossoneri hanno provato a rallentare per gestire la partita. Il Toro, che è stata poca cosa nei primi 45 minuti, si è affacciato in avanti.
La ripresa inizia con una pressione maggiore dei Granata che arriva con maggiore frequenza nei pressi dell’area. Il Milan può giocare con le ripartenze e su una di queste Piatek sbaglia un rigore in movimento imbeccato in area da Romagnoli. Il polacco gioca molto di più con i compagni rispetto alle altre partite. Il Torino aumenta i ritmi. Contrasti più duri, pressione a tutto campo. Insomma, il solito Torino tutto cuore. Il Milan risponde tentando di abbassare i ritmi, provando a non permettere al Toro di metterla sui nervi. L’arbitro Guida asseconda l’andamento fischiando un po’ sì e un po’ no. Inoltre ammonisce a caso.
Al 65 torna in campo Bonaventura, inserito al posto di Leao. Il Milan si abbassa visto che il dormiente Suso è l’ennesimo assente ingiustificato ma intoccabile.
La partita prende una piega pericolosa. In questi casi se vinci hai saputo soffrire, altrimenti sei stato un pollo a non chiuderla.
Il gol del Toro arriva su una ripartenza veloce, innescata, a mio avviso, su fallo subito da Calhanoglu. Belotti tira dal limite beffando Donnarumma, non certo esente da colpe. Il Milan si offende invece che lottare e subito dopo arriva il raddoppio.
Giampaolo mette Rebic al posto di Bennacer. Pieno segnale di stato di confusione e disperazione. Quattro avanti e nessuno a portare su il pallone. Mancano le idee, la freschezza e la tranquillità. Calhanoglu sbaglia tante volte i passaggi dal limite in un’area intasata. I palloni vengono buttati dentro a caso. La transizione è lenta.
Il Toro peraltro è in fiducia e il Milan disperato. Ovviamente non funziona nulla. A quattro dal termine Giampaolo si sveglia. Abbassa Bonaventura da trequartista allargando Rebic a sinistra. Tutti gli 11 del Toro corrono allo sfinimento. Kessie ha sul sinistro la palla del pareggio a due dal termine. Da meno di due metri dalla porta l’ivoriano tira in curva! Un minuto dopo Suso fa la prima cosa decente della partita mettendo sulla testa di Piatek la palla del pareggio. Il Polacco da un metro c’entra Sirigu.
La partita finisce così.
Cercando aspetti positivi possiamo salvare il primo tempo nel quale si sono visti sprazzi di un buon Milan. Piatek continua a non segnare su azione. Questa sera ha sbagliato due gol che in altri tempi avrebbe segnato. Ha giocato maggiormente con la squadra ma un centroavanti deve segnare. Belotti, ad esempio, ha fatto entrambe le cose.
La squadra non ha carattere né intelligenza. Invece di continuare ad attaccare per non dare morale e chiudere la partita si è ammosciato. Belotti ha detto: “ci siamo guardati nell’intervallo e tutto abbiamo sentito nascere qualcosa dentro. Ci abbiamo creduto e messo il cuore perché rode il culo perdere”. Ecco, probabilmente il culo rode poco ai nostri. Questo nonostante la dirigenza al completo in tribuna. Forse servirebbe maggior polso e qualche scelta coraggiosa. La prima togliere Suso per giocare in 11.