Silvio Berlusconi è un personaggio che da sempre è amato o odiato dalla gente. Non c’è una via di mezzo. Ci sono alcuni aspetti della sua storia che, senza nessuna possibilità di smentita, ne hanno segnato la grandezza. La sua imprenditorialità che lo ha portato a creare un impero di dimensioni che vanno oltre l’immaginazione di noi comuni mortali. La sua leadership, che ne ha fatto uno dei personaggi con maggior carisma, e di conseguenza più seguiti, della storia politica italiana. Le sue idee chiare, che gli hanno permesso di prendere una squadra da un fallimento e farla diventare una delle più titolate al mondo. Chiaramente questo ultimo aspetto è quello che maggiormente mi appassiona.

A prescindere dai vari credi, politici e sportivi, c’è un aspetto che ogni tanto fa sorridere i detrattori e storcere il naso ai seguaci del Silvio nazionale: le sue esternazioni. Se ne è parlato molte volte. Che Berlusconi non abbia mai voluto nessuno al proprio fianco a consigliarlo su cosa dire e quando dirlo è fatto abbastanza noto. Però molte esternazioni nella sua storia sono state fatte fuori luogo o fatte alle persone sbagliate. Anche qui, tralascio gli aspetti extra calcistici visto che di Obama, Merkel o Sarkozy mi interessa poco e mi concentro su quelle legate al Milan. Il succo dell’ultima uscita del presidente è stato così: “Quello che ci ha perso di più con i Mondiali sono stato io perché mi si è svalutato Balotelli che stavo per vendere”.

Lo ha detto alle persone sbagliate, direi che sarebbe ora di smettere di parlare di calcio con i colleghi politici. Non scendo nel merito della vicenda Balotelli, ma non è certo questo il modo di parlare di un proprio giocatore. Inoltre, come spesso capita, l’esternazione è stata fraintesa e smentita.

Ma allora Presidente perché non contare fino a 10 o parlare di queste cose davanti a uno specchio senza orecchie indiscrete che possano riportare le cose in modo sbagliato?