Per ben figurare in Europa serve ben altro. Il Milan visto a Liverpool, con una squadra superiore, e con l’Atletico Madrid è stato competitivo. Quello di stasera no.
I motivi sono da ricercare nella poca qualità delle seconde linee messe in campo stasera. Krunic è anni luce da Diaz per non parlare di Ballo Toure a sinistra al posto di Hernandez. Se poi nella stessa serata ci si mette Tomori che, a parte un intervento in chiusura, è timido, fuori tempo e condizionato da un giallo al minuto 15 e Saelemaekers che non riesce a fare nulla di buono sulla destra l’equazione non può che dare un risultato insoddisfacente.
La differenza più grande è stata nei ritmi di gioco. I portoghesi sono stati più reattivi su tutti i palloni giocando a una velocità doppia rispetto alla nostra. Una conseguenza è stata la precisione nei passaggi. Troppi quelli sbagliati dai nostri che si sono più spesso intestarditi in azioni personali piuttosto che giocare coralmente. Quello che potrebbe mettere in seria difficoltà i portoghesi grazie a dribbling e scatti è Leao. Lo fa in avvio della partita facendo ammonire Oliveira dopo tre minuti. La sua partita dura un quarto d’ora, poi torna l’insolito che speravano di non dover più vedere.
Il Porto è stato superiore e ha meritato la vittoria.
Detto questo c’è un però. Il gol vittoria nasce da un fallo evidente su Bennacer al limite dell’area. Sommiamo questo al rigore regalato all’Atletico nell’ultimo turno a San Siro e costruiamo un bel quadretto. Non venitemi a parlare di compensazioni o casualità. Con gli strumenti attuali queste situazioni non sono ammissibili. Non dico che il VAR sia la panacea di ogni male. Esistono delle situazioni che neanche la moviola riesce a districare. In compenso non esiste che permangano errori evidenti che si possono correggere. Mettetelo a richiesta. Create una sala VAR distaccata che corregga ogni errore. Insomma cambiate le regole perché così è una presa per il culo.