Il martedì di Coppa Italia ha permesso a Pioli di fare qualche esperimento dando minutaggio ai meno impiegati. In difesa ricompare Musacchio e, sugli esterni, Kalulu e Dalot. Il primo fa vedere ottime cose sia in fase difensiva che quando si propone in avanti. Dalot è rimandato. Nella ripresa entra Hernandez e Kalulu viene spostato al centro. Con il rientro di Musacchio, nonostante la partenza in prestito di Duarte, a centrali dovremmo essere a posto. Inoltre Simakan si è infortunato, che sia stato un segno?
Pioli ripropone a centrocampo Calabria, a fianco di Tonali. Davide sta iniziando a prendere dimestichezza con il ruolo. Certo, non è Bennacer ma garantisce un buon filtro in fase difensiva e calcia anche niente male. Suo l’unico tiro segno di nota dei primi 45 minuti.
In avanti torna dal primo minuto Ibra. Lo svedese fa spesso da boa, sbaglia una conclusione solo davanti a Savic prima di lasciare il campo nell’intervallo. La sua presenza offusca Leao che, largo a sinistra, non ha spazi nei quali lanciarsi visto che il Toro sta molto attento a chiudere gli spazi.
Il primo tempo è giocato a buoni ritmi da entrambe le squadre, è molto tattico e la partita non decolla. Il Milan pressa a tutto campo ma il Torino, senza grandi pressioni psicologiche, è bravo a girare palla velocemente.
Bella ripresa è un’altra cosa. Fuori Ibra e Castillejo, buona la sua corsa e qualche spunto, entrano Hauge e Calhanoglu. Leao va a fare la punta centrale e aumenta la ricerca della profondità e la palla in verticale. Fioccano le occasioni ma tra imprecisione e un pizzico di malasorte, due i pali, la palla non entra.
Diaz fa alcune buone cose. Punta sempre l’uomo, cosa assai positiva, ma a volte si intestardisce. In compenso mette Leao davanti al portiere che si trova sulla traiettoria del pallone calciato forte da tre metri. La sensazione è che il gol, che sarebbe più che legittimo, possa arrivare da un momento all’altro. Non è così e si va ai tempi supplementari.
Giampaolo toglie Zaza per Belotti. Sino a quel momento il Torino non ha avuto alcuna possibilità di segnare. Ora con il Gallo le chance aumenterebbero, se solo facesse la punta! Giampaolo lascia Gojak nella posizione di terminale offensivo con Belotti più arretrato. Meglio cosi.
Il Milan prosegue nel possesso e costruzione del gioco. Fa la partita. Troppo spesso però al limite dell’area manca la giocata determinante o c’è un tocco di troppo.
Hauge non fa mai nulla fuori dall’ordinario e Tonali, buona la sua gara in fase d’interdizione, mostra grandi limiti in costruzione. Il Torino è stanco, non riparte mai, il Milan non riesce a sbloccarla contro una squadra che gioca 11 giocatori dietro la palla. Gli esterni non riescono a mettere una palla in mezzo come si deve, in centro gli spazi sono intasati. I 120 minuti finiscono a reti inviolate. Nessun clamore per quella del Milan mentre suona strano per una squadra che da tempo immemore segna con continuità. In porta non c’è Gigio Donnarumma ma Tatarusanu. Cambiano gli interpreti rispetto all’Europa League ma non l’epilogo con Calhanoglu che segna il rigore decisivo. Il Toro sbaglia un rigore, il Milan nessuno e supera il turno.
Ora, per fortuna, si ripeserà sino a lunedì quando giocheremo a Cagliari cercando di sfruttare un turno sulla carta favorevole.