Il nuovo modulo con i vecchi nomi fa capire che, quando i giocatori sono mediocri, possono venire schierati in maniera differente ma il risultato non cambia. O meglio. Cambia perché la Spal è una squadra di categoria inferiore e il turno di Coppa Italia poco più che un’amichevole.
Piatek e Rebic sono i terminali offensivi del 4-4-2. I due si muovono e s’impegnano ma i mezzi tecnici sono scadenti. Piatek è tornato al gol su azione, nota positiva, ma ha sbagliato altre due nitide occasioni e un’infinità di stop. Esatto. Lo stop del pallone. Quel fondamentale che alla scuola calcio insegnano insieme al palleggio il primo giorno. Si può accettare la mancanza di stop in Inzaghi, che però sopperiva con un senso della posizione e un killer instinct fuori dal comune. Piatek non li ha e il massimo che si può sperare dal polacco è che non risulti una minusvalenza.
Ai margini del progetto anche Suso, fischiato al suo ingresso in campo. Lo spagnolo in 25 minuti ha fatto un passaggio filtrante, lisciato un pallone in area e fatto un tiro ribattuto. Nessuna voglia di sfruttare l’occasione per lo spagnolo e con lui, con mio grande rammarico, per Paquetà. Il brasiliano a mio avviso ha grandi mezzi ma, forse per mentalità o poca voglia, non li mette in campo. Certo, in un quarto d’ora non è semplice dimostrare il proprio valore, ma il sombrero a centrocampo, con palla persa, è proprio pleonastico.
Ancora una volta hanno convinto Hernandez, stantuffo a sinistra e autore di un gol, e Bennacer, metronomo del centrocampo. Godiamoci quindi due acquisti azzeccati che ledono i mal di pancia per i tanti sbagliati.
Ibrahimovic, come prevedibile, non ha giocato ma lo rivedremo sicuramente domenica con l’Udinese insieme a Leao, al suo fianco anche in panchina.