Curiosità, ma anche parecchie perplessità, accompagnavano la prima di Pioli sulla panchina del Milan. In 15 giorni, peraltro con molti nazionali assenti, non si possono fare grandi cambiamenti. Guardando la formazione iniziale, la mancanza di cambiamenti era addirittura preoccupante. Stessi 11 con Leao al posto di Piatek. Conti sostituiva lo squalificato Calabria e Biglia, pupillo di Pioli, davanti alla difesa.
Le differenze però si sono viste. Non solo a livello di determinazione degli interpreti ma anche nei movimenti e posizionamenti.
In fase offensiva Hernandez si alza molto lasciando la linea difensiva a tre. Romagnoli si allarga e Musacchio fa il centrale. Kessie è più bloccato in copertura e costruzione, con a fianco Biglia che sale maggiormente. Calhanoglu è il più libero di spaziare e si inserisce sia da destra che da sinistra. La manovra è meno Susocentrica. Il Milan crea cinque occasioni in quindici minuti, le stesse delle prime tre partite di campionato. Peraltro i tiri arrivano da Leao, Paquetà, Calhanoglu e Biglia che, audits audits, si buttano negli spazi.
Proprio da un inserimento del turco al ventesimo il Milan passa. Biglia vede il movimento di Hakan che controlla, si gira e mette un gran tiro incrociato. Si metta a verbale che i due difensori del Lecce non sono stati impeccabili.
La difesa del Lecce continua ala rimanere in mezzo alle giocate dei rossoneri che si buttano dentro. Fioccano conclusioni e occasioni da rete con Hernandez che non solo fa dimenticare Rodriguez (fischiato) ma solleva più di un dubbio sul suo poco impiego al rientro dall’infortunio da parte di Giampaolo. Il Lecce è poca cosa ma resta in partita e nella ripresa inizia ad affacciarsi in avanti.
Quando costruisce il Milan resta dietro a tre. Conti come terzo di destra è un problema. Sbaglia il tempo e poi al minuto 60 commette più di un’ingenuità intervenendo in modo scomposto di testa e intercettando un cross di braccio. Rigore e pareggio, ingiusto per quanto visto in campo ma il calcio non è una scienza esatta. Conti è in confusione totale. Pioli toglie Leao e Paquetà per Piatek e Krunic. La Curva, in silenzio per tutta la partita, mugugna facendo intendere avrebbe preferito l’estromissione di Suso.
I minuti passano e il Milan fatica. Pioli lancia nella mischia anche Rebic per Kessie. È la serata di Calhanoglu che, dopo aver sfiorato il gol con un tiro al volo dal limite, entra in area portandosi avanti la palla con una magia e servendola a Piatek che torna al gol su azione.
Il Milan non la chiude e non solo, alcuni interpreti, Suso e Biglia, passeggiano. Così, in pieno recupero, arriva il gol beffa di Calderoni che infila un missile da 25 metri. Per la cronaca Suso era bel lontano dal contrastarlo. Il Milan pareggia una partita che avrebbe meritato di vincere contro una squadra che, fuori casa, aveva preso 4 gol dall’Inter, altrettanti dal Napoli e 3 dall’Atalanta.
Ora Pioli ha altri sette giorni di lavoro, prima della trasferta a Roma. Aveva detto che questa sera avrebbe avuto indicazioni, speriamo sia così.