Una partita dalla difficoltà cinque stelle. Una formazione che dire rimaneggiata era poco. Un andamento della partita in grado di ucciderti moralmente. E una vittoria, meritata, che è arrivata nel modo poi bello, nel recupero, per mano, ops testa, di uno dei suoi uomini più significativi: Theo Hernandez.
La vittoria con la Lazio, dopo quella a Reggio Emilia, fanno parzialmente dimenticare il doppio passo falso contro Genoa e Parma.
Pioli inventa il centrocampo, con Krunic e Tonali. Calhanoglu prende in mano il gioco abbassandosi e dettando i tempi della manovra. Avanti Leao intercetta i lanci e Rebic rende al meglio sulla fascia sinistra. Questo lo avevo scritto già tre cronache fa. La partita si mette subito sui binari giusti. Vantaggio su corner con testa di Rebic, e raddoppio su rigore, fallo sempre sul croato, tirato da Calhanoglu.
La Lazio è stordita ma ci pensa Di Bello a rimetterla in corsa. Kalulu sfiora il piede di Correa che allunga di testa sul primo palo da corner e il Var richiama l’arbitro. Rigore senza senso, svantaggio dimezzato ed energie aumentare esponenzialmente.
La Lazio si mette a giocare al meglio. Palla che gira veloce, giocatori vicini che la toccano di prima d Milan che corre tanto.
Donnarumma non compie interventi memorabili per tutti i 90 minuti. La Lazio pareggia in apertura ripresa con splendido gol di Immobile trovato in area da Savic.
Il Milan è in riserva di energie e la Lazio gioca bene, senza però essere particolarmente pericolosa. Pioli cambia qualcosa. Dentro Hauge, Maldini e Castillejo mentre Inzaghi toglie un po’ di qualità a 10 minuti dal termine: Immobile e Savic.
Negli l’ultimo minuti Hernandez suona la carica. Scende con la sua solita falcata. Palla a Rebic e paratona dell’ex Reina. Poco dopo altra palla sui piedi del 12 rossonero che mette fuori di pochi centimetri. La determinazione è palpabile e viene premiata. Ancora su corner e ancora da Hernandez che all’ultimo minuto riporta il Milan in testa alla classifica.
La squadra unita sotto la curva, seppur vuota, fa capire la voglia di vincere e la coesione di questo gruppo. Tra a uesti ragazzini peraltro stanno iniziando a vedersi dei leader. Calhanoglu ed Hernandez, ma anche Calabria oltre ai “senatori” noti.
Ora recuperiamo energie, infortunati e speriamo che sotto l’albero arrivino i rinnovi dei contratti. Incrinare gli equilibri e l’entusiasmo di un gruppo così per problemi societari sarebbe un peccato.