La partita di questa sera metteva di fronte due Undici di livelli differenti. Il divario tecnico non si discute. Giocatori blasonati quelli bianconeri mentre l’arma dei rossoneri era la coesione.
La sconfitta dell’Inter a Genova in compenso aveva permesso di affrontare la partita con meno pressioni. Qualsiasi fosse stato il risultato si sarebbe rimasti in testa alla classifica.
Le maggiori preoccupazioni erano legate alla posizione di Calabria, messo a fianco di Kessie nei due di centrocampo davanti alla difesa. Ebbene Davide ha tenuto botta contro i Golia juventini. Un altro dubbio, al solito, era legato alla voglia di Leao, che aveva sulle spalle tutto il peso della fase offensiva. Bene il portoghese che fa vedere ottime cose concludendo in diverse occasioni e servendo a Calabria la palla del golf del pareggio nei primi 45 minuti. Involuto nella ripresa ma contro De Light e Bonucci non era facile.
A proposito del gol rossonero, per gli juventini. Secondo me il fallo di Calhanoglu su Rabiot si sarebbe potuto fischiare anche se la palla oramai sarebbe arrivata a Calabria. In Inghilterra questi non sono falli mentre in Italia a volte sì e a volte no. Questo il problema. Peraltro al minuto 70 manca un secondo giallo più che evidente per Bentancur, giusto per non concludere una partita da vittime.
Mentre p’esperimento Calabria tutto sommato ha funzionato, a deludere sono stati altri. Romagnoli ed Hernandez si sono fatti uccellare da Dybala e Chiesa, nell’azione del vantaggio bianconero. Onore al merito. I due juventini sono stati grandiosi nello scambio. Chiesa segna anche il gol del raddoppio nella ripresa, ancora servito da Dybala fuori area. Anche in questo caso Hernandez rivedibile poiché permette al 22 bianconero di battere a rete senza grande pressione. Per contro Romagnoli fa entrare in area Kulusevski nel terzo gol juventino. Insomma, Hernandez e Romagnoli on serata no.
Federico Chiesa conferma come nella politica dei giovani si possano comprare anche campioni. Servono appeal e soldi. In questo periodo la Juve li ha mentre il Milan non ancora. Tra i bocciati anche Castillejo e Hauge. Il norvegese è proprio acerbo. Ogni tanto prova qualche giocata ma, a mio avviso, non è il fenomeno che molti miei colleghi hanno dipinto. Preferisco tutta la vita Diaz, anche se il lavoro che fa è diverso. Castillejo per contro fa un lavoro ordinario senza riuscire a mettere mai in difficoltà Frabotta. Volenteroso ma anni luce rispetto al giocatore che ci servirebbe.
Calhanoglu ha provato a prendersi sulle spalle il Milan. È venuto incontro, si è fatto dare spesso palla e ha svariato a destra e sinistra. Purtroppo però mancavano le frecce nell’arco rossonero. Bernardeschi, Arthur, McKennie e Kulusevski, per citare i bianconeri subentrati, sarebbero stati tutti titolari tra gli 11 rossoneri al via. Gli ultimi due confezionano il terzo gol bianconero. Lo svedese classe 2000, arrivato dal Parma, è costato 35 milioni che però la Juve pagherà in cinque anni. Non è detto che generi una plusvalenza ma sicuramente dà un contributo importante per le vittorie. Se Chiesa era fuori dalla nostra portata non lo sarebbe stato Bakayoko, in prestito al Napoli del Gattuso che gli diceva di non saper mettersi con il corpo correttamente. Al posto di Krunic non avrebbe sfigurato.
Dopo tantissimo tempo è così arrivata la sconfitta in campionato. Il Milan però non è uscito ridimensionato. La vittoria bianconera è stata meritata ma l’incerottato Milan ha fatto il suo. Non siamo usciti ridimensionati, semplicemente con queste assenze la dimensione è proprio questa. È un lavoro di costruzione che non si fa in un anno e ha già dato risultati sinora più che sperati. Tutti avremmo firmato per essere in testa alla fine di questo turno. Ora nelle prossime partite si potrà ripartire e magari allungare sull’Inter che resta più vicina in classifica ma meno pericolosa della Juve.
Servono il recupero degli infortunati, qualche innesto ma anche la conferma dei giocatori in scadenza. Maldini e Massara hanno il loro bel da fare…