È un buon Milan quello visto a Lecce che ha confermato quanto di buono messo in mostra con la Juve. La difesa dei salentini. In è quella dei bianconeri e così sono arrivati anche i gol, vero problema della stagione. Il pressing a tutto campo visto in avvio gara ha dato i propri frutti con qualche occasione e il vantaggio di Castillejo, uno dei migliori in campo. Lo spagnolo macina chilometri sulla fascia destra abbinando alla corsa buone doti tecniche. Muovono bene la palla sia lui, che Calhanoglu e Bennacer con la manovra che diventa imprecisa solo negli ultimi trenta metri. Certo, mica poco.
Con il passare dei minuti il Milan rallenta, i centrocampisti seguono meno la manovra e il Lecce si affaccia in avanti. Quale che occasione potenziale, compreso un gol annullato per fuorigioco di pochi centimetri, a cavallo dei due tempi sino al pareggio arrivato su rigore “generoso” concesso da Valeri. Che poi più che generoso era inesistente ma, non trattandosi di un madornale errore, la VAR non è intervenuta. Gabbia, subentrato all’infortunato Kjaer, ha sofferto la presenza fisica e il movimento di Babacar.
Il pareggio è un elettroshock che però sortisce effetti immediati. Nuovo vantaggio di Jack Bonaventura, alla partita 150 con il Milan che lascerà a fine stagione, e tris di Rebic partito in contropiede con la difesa del Lecce momentaneamente assente.
Partita chiusa e gioco più facile. Pioli permette a Rebic, generosissimo, di rifiatare inserendo il discusso Leao che zittisce tutti realizzando il quarto gol di testa su cross forte di Conti, colpevole mente libero ma finalmente con una palla degna di essere definita cross.
Nonostante le tante voci che indiscutibilmente possono distrarre, i ragazzi hanno dato prova di professionalità giocando con buona concentrazione. Molti partiranno a fine anno, compreso Pioli che con una squadra nella quale non ha scelto gli interpreti ha fatto bene. Le prossime quattro gare sveleranno ambizioni e valore del Milan. Ci attendono Roma, Spal, Lazio e Juve. Per quanto punti firmereste?