Sono ora frenetiche per l’avvicendamento sulla panchina del Milan. Termina l’esperienza di Giampaolo e, verosimilmente, inizia quella di Pioli. Una situazione già nell’aria da prima della trasferta, pur vittoriosa, di Genova.

La prima riflessione è su Giampaolo, scelto da Boban e Maldini. Il tecnico ha nel DNA le due punte e il trequartista. Suso lo ha ingabbiato nel 4-3-3 e così non abbiamo potuto vedere il mister sbagliare e fallire esprimendo il proprio calcio. Di chi è la responsabilità? Sua che non si è imposto, in stile Conte, o dei dirigenti che non sono stati in grado di vendere o prestare lo spagnolo?

I nuovi arrivi sono stati poco utilizzati. Questa è sicuramente responsabilità di Giampaolo che ha puntato sui “vecchi” venendo puntualmente tradito.

Ultimo punto la vicenda cambio panchina. Dico, non da esperto ma da osservatore: se ho il dubbio su Giampaolo, già prima di Genova sento l’eventuale alternativa. Nella fattispecie chiamo Spalletti e gli dico disponibilità e come possa risolvere il contratto con l’Inter. A quel punto martedì esonero annunciando già l’alternativa. Dire invece che si sta riflettendo, chiedere a Spalletti dandogli poco tempo e poi virare sulla seconda scelta Pioli fa venire i brividi. Non per Pioli, che arriva da seconda scelta venendo messo già in difficoltà, ma per la gestione intera della vicenda. Da inesperti, si dice. Inesperti che costano circa 20 milioni di euro (Massara e Gazidis compresi) e che in qualsiasi azienda normale verrebbero quantomeno messi in discussione…