SONO l’individualismo e il soggettivismo le eresie 2.0, secondo la Santa sede. In una lettera dal titolo ‘Placuit Deo’, pubblicata ieri e passata un po’ sotto silenzio, la Congregazione per la dottrina della fede mette in guardia i vescovi sulle deviazioni dal magistero circa la salvezza cristiana. «Da una parte – si legge nel documento del dicastero guidato dall’arcivescovo Luis Ladaria –, l’individualismo centrato sul soggetto autonomo tende a vedere l’uomo come essere la cui realizzazione dipende dalle sole sue forze». Dall’altra, si fa strada «la visione di una salvezza meramente interiore», che può suscitare anche una forte convinzione personale, ma «senza assumere, guarire e rinnovare le nostre relazioni con gli altri e con il mondo esterno». Entrambe le tendenze, prometeica e disincarnata, sono nuove e vecchie allo stesso tempo per l’ex Sant’Uffizio che ravvisa somiglianze con eresie risalenti ai primi secoli della Chiesa: l’individualismo richiama il pelagianesimo, il soggettivismo lo gnosticismo. Corsi e ricorsi storici che tradiscono la dottrina sulla salvezza, la stessa che in Gesù vede non chi «si è limitato a mostrarci la via per incontrare Dio, una via che potremmo poi percorrere per conto nostro», ma chi «è diventato Egli stesso la via», senza che questa sia ridotta a «un percorso meramente interiore».

LA LETTERA della Congregazione per la dottrina della fede conferma sia l’unicità salvifica di Cristo, sia della Chiesa, descritta come «il luogo dove riceviamo la salvezza portata da Gesù». In questo è piena l’aderenza con la dichiarazione del 2000 ‘Dominus Jesus’, sempre dell’ex Sant’Uffizio, che al tempo si attirò critiche vibranti da parte dei responsabili delle confessioni cristiane acattoliche. «Il nuovo documento non intende entrare direttamente nelle questioni delle obiezioni che sono state poste in campo ecumenico», ha chiuso alle polemiche monsignor Ladaria durante la conferenza stampa di presentazione della ‘Placuit Deo’. Piuttosto l’arcivescovo della Compagnia di Gesù ha tenuto a precisare che «la Chiesa di Cristo sussiste nella Chiesa cattolica», richiamando così alla lettera la costituzione del Concilio Vaticano II, ‘Lumen gentium’, che, evitando accuratamente di sottolineare una piena coincidenza fra l’Ecclesia di Roma e quella di Gesù, riconosce «parecchi elementi di santificazione e di verità» nelle altre comunità cristiane. Concetto citato sempre dal prefetto della Doctrina fidei che ha assicurato: «La Chiesa non torna indietro da questa affermazione».

Giovanni Panettiere