«Il fango non si toglie con le parole» hanno scritto sulle pareti del Municipio di Rimini gli alluvionati esasperati e disperati. Sono centinaia, migliaia: bagnini, ristoratori, negozianti, proprietari di case allagate o di automobili da buttare. Da Comacchio a Cattolica, simboli di una Riviera strapazzata e stremata.
Che fare? Un invito ai politici: si inventino il possibile, e anche l’impossibile, per dribblare il ‘mostro’ della burocrazia che come al solito rischia di avvinghiare e stritolare i cittadini. I tempi tecnici che spieghiamo qui a fianco non sono sostenibili e accettabili.
Il fango non si toglie con le parole, ma per ora (in attesa delle istituzioni) col duro lavoro – badili in mano, schiena bassa ma sempre dritta – di questi poveretti che in una notte di tsunami hanno perso tanto, in alcuni casi tutto. Loro stanno già facendo il massimo. E anche noi del Carlino – armati di carta, inchiostro e web – ce la metteremo tutta per per vigilare, raccontare, denunciare e starvi vicini. Non vi dimenticheremo, è una promessa.