LA LEGA NORD a Roma sfiducia il mistro Paola Severino ma a Milano continua a sostenere il governatore alleato Roberto Formigoni. I dissidi, per la verità, fra il presidente della Regione e i leghisti con cui governa, ci sono. Ma sono tutti a colpi di social network, tanto da far dire giustamente a Chiara Cremonesi, capogruppo di Sel, «Dopo Nicole Minetti e Renzo Bossi, in Regione Lombardia si scrive un’altra pagina di commedia all’italiana. La nuova coppia di attori è quella formata da Roberto Formigoni e Roberto Maroni, mentre il titolo è “C’eravamo tanto amati”».
Sono mesi infatti ormai che prosegue il teatrino della politica a Palazzo Lombardia, con il Carroccio che minaccia di staccare la spina salvo poi fare repentini dietrofront. L’ultimo, noioso botta e risposta è su Facebook. Di fronte all’ennesima intervista rilasciata da Formigoni sulla macroregione del Nord, Maroni afferma di non credere «a ravvedimenti improvvisi» e il governatore a sua volta replica di non essere interessato «a vecchie strade secessioniste o di partito bocciate dalla storia».

IN REALTÀ GIÀ da qualche mese Formigoni ha cominciato a fare il leghista. A giugno ha accompagnato Umberto Bossi in trasferta con i governatori Luca Zaia e Roberto Cota in Svizzera per lanciare l’Europadania. E più di recente ha proposto in conferenza stampa la Macroregione del Nord, progetto per la verità assolutamente leghista studiato dal suo vice Andrea Gibelli molto tempo fa. La Lega abbozza ma si secca per lo scippo, ed ecco i continui battibecchi. Anche se Formigoni, insieme al Pdl del Nord, sostiene di lavorare a «un progetto nuovo, istituzionale, di fortissima autonomia nel quadro di un’Italia finalmente federale». «La nostra proposta è pronta — insiste il governatore lombardo — a settembre la illustrerò ai colleghi governatori. Assieme a chi ci sta metteremo in comune competenze e buone pratiche che ci renderanno più forti in Europa e più competitivi nel mondo. E il Governo sarà chiamato a rispettare l’articolo 116 della Costituzione che ci attribuisce nuovi forti poteri. Non è obbligatorio per nessun partito dire di sì, anzi. Questa volta la spinta ci verrà dalla gente».

PROTESTA SUI SOCIAL network la base leghista. Non convince «Formigoni diventato profeta del federalismo». «Tutti folgorati sulla via di Pontida?» si chiede un militante, dopo aver letto che anche il presidente della Provincia, il pidiellino Guido Podestà, appoggia l’idea della macroregione del Nord. «Tutti bravi a copiare» gli fa eco qualcuno, mentre altri sembrano rassegnati e scrivono «Le cose sono due. O veramente sono tutti folgorati o si continua come al solito in politica…».
La realtà è che l’asse Pdl-Lega per ora regge benissimo, e prefigura il ritorno, per nulla inaspettato, dell’alleanza. A Roma il sodalizio tra il partito di Silvio Berlusconi e quello di Roberto Maroni, si ripropone contro il ministro della Giustizia Paola Severino, che, alla ripresa dei lavori parlamentari rischia di essere sfiduciata a Palazzo Madama. E a Milano i due partiti che si proclamano «ex alleati» continuano non solo a governare insieme la Lombardia ma si contendono la paternità della macroregione del Nord. Che secessione non sarà, ma certo le somiglia moltissimo.