Fine d’anno a Milano, fine un po’ così. Non ci è piaciuto troppo questo 2013…
Ma Milano devi girarla per capirla fino in fondo nella sua tristezza conclusiva, con quelle strade vuote, un po’ per ferie un po’ perché in tanti si sono rinchiusi nelle case.
Strade che regalano la sorpresa del parcheggio proprio sotto il portone, ed è un piccolo miracolo di fine anno…
Poi c’è l’osteria pop dei tuoi amici del Milleluci, che anche stavolta si è riempita per il cenone, e se lo meritano proprio, perché ci mettono il cuore, e in tempi di crisi è un piccolo miracolo col botto…
E mentre vai, sotto il portico tre clochard avvolti nelle coperte ti sorridono e ti augurano buon anno, senza nemmeno chiederti l’elemosina. E allora si, che ti vergogni veramente, ma poi ti fai trascinare da quell’inusitata allegria, e fai gli auguri, perché se loro riescono a sorridere al gelo puoi farlo anche tu…
Poi chiami per gli auguri, e scopri che quasi tutti sono rimasti in casa, in famiglia, in pochi. Ha deluso, questo 2013, non c’è voglia di grandi feste, e poi perché l’anno che arriva dovrebbe andare meglio?
E un amico che non fa in tempo a raggiungerti, la mezzanotte lo coglie in tangenziale, “un’esperienza davvero, dovrebbero farlo tutti il capodanno in tangenziale… Non so, io non sono mai stato in guerra, ma sparavano, sparavano di tutto, da tutti i lati…”.
E dopo il brindisi, che fai, perché va fatto, e perché dopotutto perché no? Il prossimo anno potrebbe davvero andare meglio.
Non neghiamoci questo piccolo miracolo di speranza, anche se siamo nella grigia Milano…