Perché sono contraria, molto contraria all’abolizione delle regioni. Da
lombarda, quale mi considero ormai, anzi padana, dopo le mie nozze d’oro con
la regione che mi ha accolto e dato tante possibilità , anche più di quante
ne potessi immaginare, non rinuncerei a nulla di quanto Milano e la
Lombardia mi offrono. Soprattutto sarebbe inimmaginabile smantellare un
sistema sanitario (che purtroppo ho avuto modo di testare più che a fondo),
inimitabile. Recentemente ho avuto un impatto che definire negativo è poco,
nella mia regione di origine, l’Abruzzo. Mia madre, 84 anni, si è rotta una
spalla ed è stata ricoverata all’ospedale civile di Pescara. Sui medici
nulla da dire, ma su assistenza e organizzazione molto. Un reparto ortopedia
simile a un lager. Chiuso ai parenti e a eventuali assistenti praticamente
sempre tranne due ore al giorno. Singolare visto che chi viene ricoverato in
quel reparto, oltre a essere spesso anziano o disabile, è comunque impedito
nei movimenti, gambe o braccia che siano. Scene assurde, parenti costretti a
comunicare col cellulare con una persona a pochi metri di distanza, separata
da una porta invalicabile anche perché spesso al campanello nessuno
risponde. A beneficio di chi? Delle compagnie telefoniche o di un’assistenza
a pagamento che chi può è costretto a richiedere visto che i pomeriggi in
corsia trascorrono senza che si veda un’infermiera? Un esempio per tutti,
una triste scena vista davvero: una signora ha la mamma ricoverata,
fratturata e con l’alzheimer. La povera madre è tranquilla solo alla
presenza delle figlia, altrimenti urla continuamente. Per poter entrare la
signora deve minacciare di chiamare i carabinieri… Ma è tutta la struttura
a essere male o per nulla gestita. L’unico bagno a disposizione dell’utenza
esterna è al piano terra e, dice una signora al bar, “è in condizioni
spaventose, lo farò presente al direttore sanitario “. Forse bisognerebbe
chiedere al direttore sanitario anche perché una signora di 84 anni viene
costretta all’umiliazione di un lavaggio intimo fatto da un uomo anziché da
una delle mille infermiere che si aggirano per il reparto blindato. Ultima
nota. In Lombardia ormai tutti gli ospedali offrono televisori in camera ai
pazienti. Qui nulla, ma c’è un confortante cartello che ne offre il
noleggio. A patto di pagare ovviamente. Conclusione: se qualcuno cercherà di
toglier mi l’eccellenza della sanità lombarda, stavolta scendo anch’io in
piazza…