Serata divertente e struggente al tempo stesso, in bilico fra rimpianto e allegria, quella dedicata al ricordo di Piero Mazzarella. Ma così è e deve essere l’arte. Primo di quella che si progetta come serie di appuntamenti all’auditorium Testori, il recital organizzato dall’assessore alle Culture Cristina Cappellini ha fatto vivere brividi di commozione a Palazzo Lombardia. In prima fila il governatore Roberto Maroni, che ha perso il suo amato Milan per applaudire un momento tanto importante, dedicato «alla cultura e alle tradizioni di Milano», come ha ricordato la regista del Franco Parenti Andrée Ruth Shammah nel finale.
“Milano, prosa teatro e poesia della città dedicati a Piero Mazzarella”, l’attore che proprio domenica avrebbe compiuto 86 anni, si apre con un bel filmato a cura di Roberto Marelli, un’intervista al “Tecoppa” che di questo milanesissimo ruolo non si stancava mai. «Gli avrà detto addio chissà quante volte, ma poi non aveva il coraggio di lasciarlo» è stato ricordato.
Dalle citazioni in bianco e nero all’omaggio al grande drammaturgo Giovanni Testori. Antonio Zanoletti recita, in un assolo dovuto all’improvviso malessere di Valentina Cortese, un ampio brano tratto da “Gli angeli dello sterminio“. Poi irrompe in scena “La bella Milano“, vista in prosa e in poesia da Silvio Raffo, accompagnato da Silvia Bottini, Matteo Resemini e Nicola Tosi. Si spazia dal ’700 di Parini agli immancabili Promessi Sposi di Alessandro Manzoni con alcune perle: un Carnevale milanese visto dallo scapigliato Tarchetti e brani della brava Annamaria Candura.
«Un ricordo vivo, portato in scena con una serata nel nostro Auditorium che è dedicato a Giovanni Testori, lo scrittore-drammaturgo che tanto avrebbe voluto lavorare proprio con il mitico ‘Tecoppa’, ovvero una delle voci più limpide di Milano» dice l’assessore Cappellini, prima artefice dell’evento apprezzato da un folto e attento pubblico. Nel finale, sorpresa scherzosa di Roberto Brivio, che regala ricordi di palcoscenico vissuti col grande Mazzarella. Scampoli di un mondo che non c’è più, insieme con tanti teatri, come l’abbandonato Gerolamo, una Scala in miniatura che i milanesi non smettono di sognare di nuovo attiva. Il grande Piero, con tutto il suo simpatico e istrionico caratteraccio, che a tratti nella sua vecchiaia si lamentava di essere stato dimenticato dalle istituzioni (ma non dal pubblico) domenica sera sarebbe stato davvero felice.