TRA POCHI GIORNI (domani via alla prenotazioni) prende il
via il discusso registro delle coppie
di fatto fortemente voluto dal
sindaco Giuliano Pisapia. Ed ecco
che alla vigilia della svolta, arriva
un’inaspettata apertura anche
da parte della Diocesi milanese.
L’arcivescovo Angelo Scola apre infatti l’anno
pastorale con la lettera «Alla
scoperta del Dio vicino», e presiedendo
in duomo la celebrazione
eucaristica nella festa della Natività
di Maria dice: «La Chiesa testimonia
che Dio è vicino a tutti, anche
a chi ha il cuore ferito e, attraverso
le tante forme di partecipazione
e di coinvolgimento, invita
tutti a sentirsi a casa nella Chiesa,
al di là di ogni pretesa e pregiudizio.
In particolare i divorziati e i
risposati, nonostante la loro situazione,
continuano ad appartenere
alla Chiesa, che li segue con speciale
attenzione».
Un segnale importante quello che
arriva da Scola, all’indomani della
scomparsa del cardinal Martini
che in un’ultima intervista aveva
sottolineato come, secondo lui, la
Chiesa fosse indietro di duecento
anni. Ed ecco che, ancora una volta
dalla Diocesi di Milano, arriva
un forte messaggio di novità. «In
molti modi la comunità cristiana
si mostra attenta – sottolinea l’arcivescovo
– alla storia concreta di
molte famiglie segnate da difficoltà,
da incomprensioni e da divisioni,
da legami abbandonati e costruiti
con altri, con tutti i dolorosi
contraccolpi che essi provocano
soprattutto sui più piccoli e sui
più deboli». Ecco allora l’invito alla
«testimonianza più che alla militanza
», e i quattro ambiti pastorali
di «speciale cura, a partire dalla
famiglia».
NELLA CITTÀ CHE ha ospitato
l’Incontro mondiale delle famiglie
e la visita di Papa Benedetto
XVI, l’Anno della Fede indetto
dal Pontefice (11 ottobre
2012—24 novembre 2013) si affronta
richiamando i cristiani al
dovere della testimonianza. I cristiani
«non si devono sottrarre al
dovere di proporre la loro esperienza
e la loro visione sulle grandi
questioni che il nostro tempo è
chiamato ad affrontare». Parole
che possiamo leggere nella lettera
già disponibile in libreria e come
e-book, e che vengono commentate
dall’Osservatore Romano come
espressione di una serie di proposte
concrete per esprimere «la
plurimorfità nell’unità della Chiesa
ambrosiana», chiamata a gestire
una realtà sociale complessa e
spesso problematica.