Spiace constatare che anche il Pd si è allineato al peggior linguaggio della politica. Sono passati molti mesi da quando Silvio Berlusconi affermò che la magistratura era un cancro della democrazia, sollevando una giusta ondata di sdegno. Ora vediamo che Pierluigi Bersani parla di “tumore” riferendosi ai propri avversari. Capisco che sia difficile, da sani, mettersi nei panni degli ammalati. Ma chi dalla malattia è uscito, ma anche e soprattutto chi non ne è uscito o ha avuto morti e malati in famiglia, prova un dolore indescrivibile, di fronte a tali leggerezze. Allo stesso modo, con incredibile superficialità, i nostri politici assecondati dai conduttori tv sciorinano spesso un campionario di similitudini e parole che purtroppo in altri contesti distruggono, ma davvero, la vita delle persone. Per favore, cancro, schizofrenico, dissociato, perfino depresso. Fanno parte di un vocabolario che va lasciato ai medici per dare una speranza agli ammalati, non va ostentato in televisione per toglierci definitivamente la speranza di avere in Parlamento, a governarci, dei rappresentanti intelligenti , preparati, magari anche sensibili. Ma forse è utopia, ed è, questa sì, una malattia inguaribile come la nobiltà d’animo. Poco adatta ai giochi del potere.