A L SUPERMARKET del dolore si vende di tutto. A prezzi non modici.
Così sono andati all’asta, in un clima di noncuranza generale, i volantini stampati dalle Brigate rosse fra il 1974 e il 1978. Battuti fra una lettera di Voltaire e un autografo di Adolf Hitler.
Il prezzo del macabro cimelio ha vinto su una lettera di Leopardi ma è stato superato da lettere di autori come Marcel Proust e Giovanni Verga. Confortante che la la buona letteratura trionfi sulla cattiva storia.
Ma la giusta indignazione dei parenti delle vittime del terrorismo, quella non ha prezzo. Dov’erano le istituzioni, che avrebbero dovuto, se non bloccare una simile asta della memoria, almeno evitare che le lettere di Aldo Moro dalla prigionia che lo portò alla morte fossero prezzate come un vaso d’epoca o un qualunque oggetto da collezione, da esibire in salotto o in libreria, sia pure quella di Marcello Dell’Utri?
Il senatore del Pdl per giunta annuncia che farà una mostra in cui esporrà i documenti, i cui ricavi andranno ai familiari delle vittime del terrorismo. Ma loro, accetteranno? Ci auguriamo di no.