Estremamente complesso, il messaggio lanciato da Papa Francesco a Lampedusa. Non tanto semplice come molti si affannano a far credere. Perché il suo non è stato un semplice monito a tornare a credere nella commozione e gli affetti umani, né un invito a non abbandonare gli ultimi del mondo. Perché a Lampedusa, da sempre, gli ultimi del mondo, quei naufraghi che vengono trasformati in relitti umani da trafficanti senza scrupoli, vengono aiutati, soccorsi, sfamati.
Il Papa ha voluto lanciare, insieme alla corona di fiori del lutto, un preciso messaggio politico: servono le condizioni perché questa marea umana della disperazione venga fermata. E si facciano un esame di coscienza i politici che l’hanno permessa, a cominciare da chi governa l’Unione Europea che da troppi anni lascia sola l’Italia a combattere questa impari battaglia.
Tutto il resto è polemica e speculazione vana. Nessuno di noi ovviamente può essere felice di vedere andare a fondo, nel nostro bel Mediterraneo, vite umane e speranze. Ma continuare a essere solo una spiaggia, l’ultima, per gli ultimi, non è una soluzione.