“Marcire e morire nella neutralità oppure scendere in campo”. Nello Trocchia e’ stato minacciato da un boss condannato per camorra “A quel giornalista gli devo spaccare il cranio e dopo mi faccio arrestare…”. Nello è uno dei tanti, pardon dei pochi, giornalisti italiani di frontiera che ogni giorno mettono a rischio la propria vita per fare cronaca, e raccontare un’Italia scomoda, a volte nera, più spesso persa nel grigiore dell’ovvio. Ci ha pensato l’associazione Articolo 21 a premiare lui e altri nel corso di una bella serata organizzata per ricordare il presidente della Federazione Nazionale della Stampa che recentemente ci ha lasciato, il giornalista Rai Santo della Volpe. Bella e coinvolgente serata, con il collega Roberto Natale che commosso ricorda “lo scherzo che durante le feste andava avanti per giorni… Lui Santo e io Natale….”. Santo Natale a tutti allora. Basta che anche noi al Nord, chiusi nelle nostre redazioni, ci ricordiamo che al Sud c’è tutto un piccolo grande mondo che combatte. C’è Marilu’ Mastrogiovanni, ardimentosa cronista che ha denunciato lo scandalo degli ulivi secolari abbattuti in Puglia per un allarme Xylella che ha dirottato cospicui finanziamenti europei nelle mani di mafiosi senza scrupoli. E adesso infatti arriva finalmente un’inchiesta della Procura. E c’è Antonio Picascia, imprenditore anti racket di Caserta che regala una narrazione forte, con affabulazione alla Marco Paolini e incisività alla Saviano su come faticosamente, giorno dopo giorno strappati all’omertà e alla stanchezza di vivere in terra di camorra, cooperative nascano e lavorino, perfino in coabitazione con le famiglie dei boss, nella parte di villa sequestrata. Storie di vita, vite che possono guardarsi allo specchio , e sorridere di onestà e faticosa vittoria. Non poteva esserci miglior esordio per il nuovo presidente della Fnsi Beppe Giulietti, di questa bella iniziativa dedicata a quell’articolo 21, a quell’agognata liberta’ di informazione che non dobbiamo mai dimenticare di onorare.