«La linea non può che essere questa». Umberto Bossi è irremovibile. La Lega Nord fa quadrato intorno a Davide Boni. Il comunicato della Segreteria politica federale è secco: «Piena fiducia al Presidente del Consiglio Regionale, invitandolo a proseguire nel suo mandato». Il vertice in via Bellerio è stato teso ma conciso. Il presidente del Consiglio regionale ha detto che sul suo caso «riferirà martedì in aula». Ma la vera partita si apre ora. Il Carroccio dovrà gestire il caso di un indagato che rimane al suo posto. L’opposizione martedì chiederà le dimissioni di Boni. Cosa dirà il Pdl? Già ieri quando Boni si è presentato in una Giunta del regolamento le opposizioni hanno abbandonato i lavori per protesta. In queste frenetiche ore si susseguono da parte di altissimi esponenti del Pdl le rassicurazioni e le dichiarazioni di appoggio all’ex alleato. Su tutte il segretario Angelino Alfano: «Ho sentito Bossi. Se viene dimostrato che c’è un attacco politico alla Lega, noi dobbiamo sostenerla. È un nostro alleato». Quale sarà la contropartita richiesta, in vista delle elezioni amministrative dove il Carroccio intende correre da solo?
In via Bellerio si è riunito anche il Comitato Amministrativo Federale della Lega Nord. C’erano il senatore Roberto Castelli, Piergiorgio Stiffoni e il Segretario Amministrativo Federale Francesco Belsito, di recente alla ribalta delle cronache per i presunti investimenti dei soldi del Carroccio in Tanzania e in fondi esteri. Il Comitato fa sapere che «è stata eseguita un’accurata verifica della documentazione contabile della Lega Nord ed è stato appurato che, nel periodo dal 2005 al 2010, nell’elenco delle oblazioni volontarie ricevute a bilancio, da società o da privati, non figura nessuno dei nominativi emersi in questi giorni nelle varie indiscrezioni apparse sugli organi di stampa. Da questa verifica — concludono gli amministrativei — è dimostrato che la Lega Nord è completamente estranea a qualsiasi tipo di illazione al riguardo». Vedremo se si convinceranno anche i magistrati. Castelli ne è certo: «No, macché complotto, le Procure possono anche prendere cantonate. Non c’è un euro riconducibile a quelle persone». Intanto nelle dichiarazioni dell’intermediatore di tangenti, Michele Ugliola, compare a fianco di Boni e Nicoli anche il nome dell’ex assessore alle Risorse idriche Massimo Buscemi del Pdl, sacrificato da un rimpasto di giunta di Formigoni.
Nel primo pomeriggio Mario Borghezio, l’europarlamentare da sempre legato a Boni, aveva preferito puntare sulla satira fatta dal comico Maurizio Crozza, che nell’ultima puntata di Ballarò ha proposto una in effetti discutibile imitazione di Bossi: «A far male alla Lega in questo momento non è l’inchiesta che ha coinvolto il presidente del Consiglio regionale lombardo, Davide Boni, ma l’imitazione di Bossi fatta dal comico Maurizio Crozza che ha preso di mira certi leggeri difetti di pronuncia o aspetti del fisico di Bossi. Queste cose ci fanno pensare che certe persone non appartengono alla razza umana».