IN EGIZIANO si dice “taharrush gamai” e significa aggressione sessuale di massa. Quando a Capodanno i giornali hanno parlato delle violenze di gruppo avvenute a Colonia e in altre città del Nord Europa ad opera di giovani profughi arabi, non è stato sottolineato come ci fosse stato un terribile precedente proprio sotto le piramidi. Gli episodi si registrarono nel 2011, con l’esplosione della primavera araba. Al Cairo e in altre città  ci furono stupri e violenze,  in un clima di disordini e di degrado, con una  matrice politica e rivoluzionaria.
Il precedente, quasi inedito, serve a spiegare l’aria che si respira ancora oggi in Egitto, dove è maturato l’omicidio del ricercatore italiano Giulio Regeni, trovato morto nei sobborghi  della capitale.

La grave situazione in cui versa tutto il Nord Africa viene ribadita da un egiziano doc come Magdi Allam, anche se lui stesso è, però, molto cauto nell’attribuire un movente terroristico-islamico (oltre all’Isis, operano nel territorio anche i Fratelli Musulmani) all’omicidio del nostro connazionale.  Il giovane, infatti,  non è stato decapitato né sgozzato, secondo le modalità di quei fanatici guerrieri. Un vero e proprio giallo, insomma, che getta nuove ombre nei già difficili rapporti tra il mondo arabo e l’Europa.
[email protected]