QUANDO nei ballottaggi c’è il terzo incomodo diventa tutto più complicato. È il caso delle elezioni a sindaco di Milano: ogni giorno che passa il quadro diventa sempre più ingarbugliato come certi schizzi di qualche pittore astratto. Dopo un lungo tira e molla, il quasi no della Balzani sembra, infatti, definitivo: se consideriamo che adesso potrebbe scendere in campo, nelle file degli arancioni, Gherardo Colombo, ex Mani Pulite, la fuga di Beppe Sala è già finita anche perché la dote che mamma Renzi gli aveva portato (il successo dell’Expo) si sta rivelando un boomerang con tutti gli strascichi negativi, dai conti definitivi della kermesse che non sono stati ancora approvati al rischio di una commissione d’inchiesta ad hoc della Regione. Sull’altro fronte Stefano Parisi, a questo punto, può davvero puntare al sorpasso ma deve stare attento a non commettere passi falsi. Ha fatto bene ad imbarcare nell’avventura l’ex sindaco Gabriele Albertini e ieri si è affrettato a smentire la notizia riportata da un giornale di aver chiuso la porta in faccia a Salvini. Insomma dopo un Sala solo al comando, i giochi si sono del tutto riaperti in attesa di nuovi colpi di scena. In questa situazione non è il caso di fare troppi distinguo. Anche perché non è ancora chiaro il ruolo che potrà avere il terzo incomodo, quel Corrado Passera che proprio ieri è venuto al “Giorno” per aderire alla campagna lanciata dal nostro giornale per la permanenza del reggimento di cavalleria Voloire a Milano. Molti osservatori erano convinti di un suo passo indietro a favore di Parisi ma così non è stato. A questo punto l’ex “Mc- Kinsey boy” potrebbe diventare davvero determinante nel ballottaggio finale, grillini permettendo. Meglio, dunque, tenerselo buono. [email protected]