SE IL BUON TEMPO si vede dal mattino, sarebbe opportuno toccare ferro, perché la settimana di fuoco sotto la Madonnina non è cominciata con i migliori auspici. Il 25 aprile, settantesimo anniversario della Liberazione, con la cerimonia alla presenza di Sergio Mattarella, è iniziato, infatti, l’ultimo conto alla rovescia per l’inaugurazione dell’Expo, venerdì prossimo, 1° maggio. Giorni campali, per Milano, con il fiato sospeso tra grandi aspettative e una certa tremarella, come succede, da ragazzi, la notte prima degli esami. I segnali, obiettivamente, non sono certo dei migliori e quello che è successo sabato non depone a favore del buon nome della nostra città. Trovo, infatti, inqualificabile la contestazione, da parte di uno sparuto gruppo dei centri sociali che inneggiava alla Palestina libera, nei confronti degli ultimi rappresentanti della Brigata Ebraica al corteo che celebrava la Resistenza. Quei cinquemila soldati ebrei, aggregati alle truppe inglesi, contribuirono alla Liberazione d’Italia – in particolare furono fondamentali nello sfondamento della Linea Gotica – alla pari di tanti altri combattenti. Alcune città della Romagna sono state sottratte al giogo nazi-fascista proprio grazie al sacrificio delle truppe ebree e, vicino a Ravenna, a Piangipane, sorge un cimitero con i Caduti della Brigata che combatterono a fianco degli Alleati e dei partigiani, compresi quelli con le stellette. La civile Milano non può permettersi simili spettacoli d’insofferenza e di ignoranza: se la vergogna avesse ancora senso nella nostra società dovrebbe ricadere, come marchio indelebile, sugli autori di tali gesti. [email protected]