DA QUANDO abbiamo appreso la notizia che la Madonnina guarderà, dall’alto, anche i padiglioni di Rho, siamo tutti più tranquilli sul successo di Expo, a due mesi esatti dall’inaugurazione, il prossimo primo maggio. Tra ritardi nei lavori, improvvise defezioni e incidenti di percorso (leggi: tangenti), aleggiavano, infatti, tanti dubbi sulla riuscita della grandissima kermesse. Adesso stiamo assistendo – almeno lo speriamo – al solito miracolo all’italiana: negli ultimi 60 giorni, cioé in piena “zona Cesarini”, dovremmo recuperare buona parte del tempo perduto, anche se resta ancora sul tappeto, come è stato adesso ribadito, il problema della sicurezza. Quando il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, taglierà il classico nastro, sarà tutto in ordine. E non potrebbe essere diversamente, considerando che il “New York Times” ha indicato proprio Milano come prima meta turistica al mondo del 2015, alla faccia di tutti coloro che continuano a privilegiare mete esotiche per le vacanze. Certo, i numeri non bastano e, la settimana prossima, il commissario dell’Expo, Giuseppe Sala, ci farà visitare il grande cantiere per accertare “de visu” lo stato dei lavori e i progressi in corso.

IN OGNI CASO, sono già stati venduti 8 milioni e mezzo di biglietti e, di questi, 5 milioni e 200 mila hanno preso, direttamente, la strada dell’estero. Abbiamo anche superato il record di Shangai 2010 sul fronte dei padiglioni dei Paesi ospiti: erano 42 in Cina, saranno 53 nell’edizione lombarda. Sono stati anche, per il momento, programmati 17mila eventi collaterali, nei sei mesi dell’Esposizione, che potrebbero, toccare alla fine “quota 30mila”.

QUANDO, onore al merito, l’allora sindaco di Milano, Letizia Moratti, tra tantissime critiche e perplessità, riuscì a strappare il consenso generale all’Expo 2015, nessuno poteva, certo, immaginare che l’intero pianeta, e l’Italia in particolare, avrebbero attraversato una recessione così grave e infinita. Solo adesso si cominciano ad avvertire i primi segnali di una timida ripresa e l’appuntamento lombardo potrà diventare, in tal senso, un’occasione unica e irripetibile. Secondo, infatti, un sondaggio effettuato dalla Camera di Commercio milanese, presentato ai 118 membri del corpo consolare – che, proprio grazie ad Expo, oggi è, addirittura, più numeroso di quello di New York -, il fatturato delle nostre aziende potrà aumentare del 10 per cento per la spinta della rassegna che verterà sul fondamentale tema della alimentazione nel mondo (quale migliore occasione per la visita del Papa a Milano, problemi di sicurezza permettendo?). Non solo: una buona parte delle 80 mila imprese milanesi sono, in qualche modo, coinvolte nell’Evento con la “E” maiuscola. Come dice Carlo Sangalli, presidente della Confcommercio, i venti milioni di visitatori saranno davvero il miglior investimento per il nostro futuro, una sfida da vincere per assicurarsi che chi arriva quest’anno ritorni ancora in Italia. Il premier Renzi ha aggiunto che maggio, con l’Expo, sarà il mese della ripartenza: controlliamo gli orologi, non possiamo arrivare in ritardo.