UNO CHE di nome fa Byron avrebbe dovuto avere una carriera eletta e nobile, come il grande poeta inglese morto per la libertà della Grecia e invece, a distanza di tredici anni, l’arbitro dell’Ecuador Byron Moreno, la giacchetta nera che favorì, con la sua pessima direzione di gara, l’eliminazione dell’Italia ai mondiali di calcio del 2002 da parte di un’altra Corea (quella del Sud) è considerato ancora come la peggior bestemmia. Anche perché, nel 2010, l’ineffabile Moreno venne arrestato all’aeroporto JFK di New York mentre cercava di entrare negli Stati Uniti con sei chili d’eroina. Peggio dell’innominabile, Moreno. Tanto che il presidente del Senato Grasso, solitamente un campione del self-control in stile rigorosamente britannico, è uscito clamorosamente fuori dai gangheri. È successo l’altro ieri quando un senatore dei Cinque Stelle, Gianluca Castaldi prende tutti in contropiede e, rivolgendosi alla seconda carica dello Stato, dice testualmente: «Lei ci ha messo all’angolo anche con il regolamento, gioca questa partita da arbitro, ma come l’arbitro Moreno». Apriti cielo. Il primo inquilino di Palazzo Madama ha risposto molto piccato. In effetti, Grasso ha ribadito, che l’accostamento è molto offensivo. Insomma, se Castaldi voleva farlo arrabbiare, non poteva trovare un paragone più indovinato. Forse il parlamentare non sa che il presidente è un grande appassionato di calcio e poi tifa Palermo e Inter. Ebbene. Il senatore grillino forse non ricorda che quella sconfitta con la Corea venne favorita, oltre che dall’arbitraggio, proprio dal nerazzurro Bobo Vieri (già autore della rete del momentaneo vantaggio degli azzurri), che sbagliò clamorosamente un gol fatto. Una doppia beffa per Grasso. [email protected]