Un tempo nel salotto buono di viale dell’Astronomia sedevano i grandi nomi dell’imprenditoria italiana. Abbiamo avuto presidenti della Confindustria che si chiamavano Gianni Agnelli, l’Avvocato, il nome più rappresentativo della nuova dinastia sabauda, Guido Carli, proiettato direttamente dalla Banca d’Italia, Luigi Lucchini, il re dell’acciaio, Sergio Pininfarina. Per non parlare di Luca di Montezemolo, Emma Marcegaglia e dello stesso Giorgio Squinzi, mister Mapei. Personaggi che hanno fatto la storia del “made in Italy” dopo il miracolo economico.
Ci sono stati anche nomi meno altisonanti come, tra gli altri, il napoletano Antonio D’Amato – che si era portato al seguito quel Parisi, oggi candidato sindaco di Milano – Luigi Abete o il non meglio identificato Giorgio Fossa, ma in genere all’Eur è sempre arrivata la vera “crème”. Mi chiedo se, oggi, sia ancora così. Al di là del cerchio magico, chi conosce davvero i candidati di oggi? Alzi la mano chi sa vita e miracoli dei due pretendenti favoriti secondo i bookmaker: il bolognese Alberto Vacchi e Vincenzo Boccia. Per non parlare di Marco Bonometti o di Aurelio Regina. Sinceramente, mi sembrano quattro Ufo proiettati nel Gotha della Confindustria. Saranno anche bravissimi – e i due in “pole position”, che ho avuto modo di conoscere, non sono poi male -, ma il lignaggio e l’argenteria buona di una volta non ci sono più anche se, forse, all’atto pratico, potrebbe essere pure un pregio. Volete mettere un Vacchi con un Agnelli?
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