VEDI IL VIDEO “Natale, credo, scada il bollino blu” e altre poesie lette dall’autore , Valerio Magrelli si racconta, prima… … e seconda parte , “L’io, il padre e il figlio”, testi da “Il sangue amaro” e “Geologia di un padre”  letti da Francesco Manetti

Firenze, 24 dicembre 2019 – Valerio Magrelli rappresenta una figura di spicco della letteratura italiana contemporanea: figura di spicco i cui valori dipendono da una costitutiva, fondamentale e fondante vocazione alla poesia. Nato a Roma nel 1957, Magrelli ha precocemente risposto a quella chiamata, facendosi autore di opere – dal libro del debutto del 1980 Ora serrata retinae a Didascalie per la lettura di un giornale, da  Disturbi del sistema binario e Il sangue amaro alla recente raccolta antologica Le cavie – che hanno lasciato un segno sicuro, incisivo e indelebile, nell’evolversi del quadro storiografico-culturale di cui sono state parte attiva.

A questa attività in versi che più di tutto e prima di ogni altra cosa lo connota, Valerio Magrelli ha abbinato altre sfaccettature del suo ritratto letterario: dal traduttore al saggista, dall’antologista allo scrittore in prosa,  all’autore di un romanzo come Geologia di un padre, in cui l’evocazione della figura del padre consegue, per via di artistiche risorse sapientemente accondiscese, un’attendibile messa a fuoco dell’immagine di chi scrive e, insieme, un ampliamento in senso universalizzante del grande tema paterno che già in autori classici come Franz Kafka e Federigo Tozzi ha trovato insigni esploratori e interpreti.

Scrittore di vasta e raffinata cultura, che spazia dalla filosofia alle arti visive, dalla musica al cinema, Magrelli ha rivolto così alla scrittura la sua richiesta di riflessione sul presente nel quale come uomo e come poeta vive: una riflessione costantemente ancorata ad un linguaggio di tono medio, discorsivo e nel contempo intellettualmente nutrito, in grado di cogliere le relazioni profonde tra l’io e il mondo, con un tratto all’apparenza svagato, in realtà ironico e dolorosamente implicato nelle contraddizioni del nostro tempo. Fino a quei sensibili slittamenti nei territori di una tesa protesta civile di cui Il sangue amaro – tra concentrato diarismo e flusso poematico, atmosfere inquinate dell’oggi e atterrita visione del vuoto che incombe – si fa portavoce.

Auguri a tutti voi!

Marco Marchi 

Natale, credo, scada il bollino blu

«Natale, credo, scada il bollino blu
del motorino, il canone URAR TV,
poi l’ICI e in piú il secondo
acconto IRPEF – o era INRI?
La password, il codice utente, PIN e PUK
sono le nostre dolcissime metastasi.
Ciò è bene, perché io amo i contributi,
l’anestesia, l’anagrafe telematica,
ma sento che qualcosa è andato perso
e insieme che il dolore mi è rimasto
mentre mi prende acuta nostalgia
per una forma di vita estinta: la mia».

Valerio Magrelli

(da Il sangue amaro, Einaudi 2014, ora anche in Le cavie)

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