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Firenze, 26 febbraio 2017 – Articolo pubblicato su “La Nazione” di oggi.

Tra celebrazioni e premi
Un concorso nel nome di Luzi
Due giorni per ricordare il poeta

Dodici anni fa, il 28 febbraio 2005, nella sua casa di Bellariva moriva a Firenze Mario Luzi. Se ne andava con discrezione, secondo una morte comportatasi con lui in maniera gentile: come la “morte del giusto”, come la morte di un uomo buono.

Aveva fatto in tempo, quella mattina, ad accendere la radio che teneva vicino al letto, per entrare così, com’era sua abitudine, in quella vicenda del mondo che tanto lo affascinava e lo preoccupava. Entrarvi come uomo e come artista, secondo evoluzioni e movimenti interni rilevabili nella sua vasta carriera letteraria che già all’altezza del 1963, l’anno di “Nel magma”, avevano segnato per lui, il principe degli ermetici, una integrale e del tutto responsabile accoglienza del modello dantesco nel segno della storia e dell’interesse per la “sorte comune”.

Firenze, la sua città, lo aveva solennemente festeggiato qualche mese prima in occasione del suo novantesimo compleanno. Tutti ci eravamo stretti attorno a lui, salutando un suo splendido nuovo libro intitolato “Dottrina dell’estremo principiante” e, assieme, la sua recente nomina a senatore a vita voluta dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi: quasi un suggello all’impegno civile, umano e societario, che un vero poeta non può non portare con sé e che nella sua poesia si era fatto via via più pressante e visibile.

Consapevole di porsi sulla scia di illustri precedenti in campo letterario (da Manzoni a Carducci, da Verga a Montale), Luzi rivendicava all’alto onore che gli era stato riservato con quella nomina istituzionale una sua duplice funzione rappresentativa. Una presenza volta a difendere – sue parole – “il settore della cultura, dell’arte, della loro storia, dei loro documenti e monumenti, della loro attualità”, e in parallelo una vigile partecipazione di uomo “né di partito né di parte”, ma “di pace”, interessato a promuovere qualsiasi evento o comportamento a questo valore ispirati.

Dodici anni senza Mario Luzi, ma ricordarlo in occasione di questa data anniversaria ce lo fa sentire vicino, rinnova il suo esempio, rinsalda la speranza che attraverso i suoi versi straordinari continua a comunicarci. Martedì mattina, alle 9,15, a cura del Comune di Firenze sarà deposta sulla sua tomba nel Cimitero di San Michele a Castello, come da tradizione, una corona d’alloro.

Alle ore 15, alla sala conferenze della Biblioteca delle Oblate, avrà luogo la premiazione del concorso “Firenze per Mario Luzi” rivolto agli studenti delle scuole medie inferiori e superiori di tutta la Toscana, promosso dall’Assessorato all’Educazione di Firenze in collaborazione con il quotidiano “La Nazione” e giunto quest’anno, con un vero record di partecipazioni costituito da più di trecento testi in gara, alla sua sesta edizione. Nel corso della serata verrà proiettato il documentario “In Toscana. Un viaggio in versi con Mario Luzi”, per la regia di Antonio Bartoli e Silvia Folchi.

Anche presso il Consiglio Regionale, alle 16, un omaggio con la partecipazione del poeta svedese Jesper Svenbro, mentre a Pienza, alle 17,30, si inaugura nella Chiesa di San Francesco e nel Museo diocesano di Arte sacra una collettiva a cura di Giovanna M. Carli e Nino Petreni (opere di Biagiotti, Formichi, Mammana, Paolucci e Sbarluzzi) con letture luziane di Paola Lambardi.

Il giorno dopo infine, dalle 17,30, sarà la volta, ancora a Firenze, di un ricordo presso la Biblioteca Mario Luzi di Via Ugo Schiff. Sono previsti interventi di Caterina Trombetti e Massimo Gennari e letture di testi per la voce di Simona Lazzerini.

Marco Marchi

Oscillano le fronde, il cielo invoca

Oscillano le fronde, il cielo invoca
la luna. Un desiderio vivo spira
dall’ombra costellata, l’aria giuoca
sul prato. Quale presenza s’aggira?

Un respiro sensibile fra gli alberi

è passato, una vaga essenza esplosa
volge intorno ai capelli carezzevole,
nel portico una musa riposa.

Ah questa oscura gioia t’è dovuta,

il segreto ti fa più viva, il vento
desto nel rovo sei, sei tu venuta
sull’erba in questo lucido fermento.

Hai varcato la siepe d’avvenire,

sei penetrata qui dove la lucciola
vola rapida a accendersi e sparire,
sfiora i bersò e lascia intatta la tenebra.

Mario Luzi

 (da Quaderno gotico, 1947)

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