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Firenze, 9 dicembre 2022 – Festa a Pistoia. Lo “speciale” della quinta edizione del “Premio Maria Maddalena Morelli ‘Corilla Olimpica’ – Città di Pistoia” vede vincitrice per il 2022 la poetessa Patrizia Valduga. La cerimonia di premiazione è prevista per domani pomeriggio, a  partire dalle ore 17, nella Sala Maggiore del Palazzo del Comune.

Questa la motivazione con la quale la giuria del premio presieduta da Matteo Mazzone ha condensato il significato della scelta: “La Giuria del ‘Premio Maddalena Morelli Corilla Olimpica’, alla seconda edizione del suo «premio speciale» riservato a grandi poetesse della contemporaneità, individua in Patrizia Valduga una delle voci più originali e ispirate della poesia italiana contemporanea.

Dalle ormai storiche raccolte degli anni Ottanta del Novecento Medicamenta e La tentazione a Donna di dolori e Requiem, dai testi di nuovo millennio di Quartine. Seconda centuria a Lezioni d’amore, dal Libro delle laudi al suggestivo, recente poemetto Belluno, l’opera di Patrizia Valduga si situa di diritto a quel denso discrimine in cui l’agnizione di una propria immagine di donna chiamata dalla poesia coincide perfettamente con una sorta di totalizzante riconoscimento del mondo: un’agnizione integrale e profonda, tra corpo e anima, intimamente coinvolta, carica di tutte le sue drammatiche contraddizioni ed inspiegabilità, ma anche dotata di fascini, misteriose esaltazioni e inaspettate possibilità di riscatto.

È là che la personalissima ricerca della Valduga, espressivamente tesa al recupero e alla contaminazione delle forme più illustri della nostra tradizione, assume i connotati di un’attuale testimonianza umana vivida ed inclusiva, culturalmente consapevole e proprio così, completando con umiltà e magistero un dono ricevuto, autentica. In questo senso lo stesso paragone instaurabile tra Patrizia Valduga e una poetessa antica come Maria Maddalena Morelli si rivela del tutto plausibile e in carattere, facendo di lei la figura più meritevole di questo premio.

Sta di fatto che Patrizia Valduga, poetessa naturalmente dotata e molto colta, ha fatto propria la crisi del linguaggio lirico moderno, riuscendo a conferirgli nuova dignità e nuovo lustro. E tra i numerosi pareri favorevoli raccolti dalla sua opera, piace qui ricordare quello – singolarmente prestigioso e ancor oggi valido – avanzato a suo tempo da Luigi Baldacci: ‘Non so trovare o vedere, oggi, un linguaggio più poetico che sia più linguaggio di questo’“.

Congratulazioni a Patrizia Valduga e ai tre poeti premiati per l’inedito che le saranno al fianco nella serata!

Marco Marchi

Quartine

La sento la mia vita, me la imparo,
fino al fegato adesso, fino al fiele;
oh nera un tempo enorme senza chiaro,
fedele della notte più infedele. 

Vuota il tuo sacco, su, parla, poetessa:
io fiorisco e mi sfoglio e rigermoglio
per dare la procura di me stessa
a chi non può o non vuole quel che voglio.

Dicevo: Amore mio, vorrei annegare
nell’acqua chiara dei tuoi occhi chiari,
finire finalmente di aspettare
giovani giorni, cari giorni chiari.

Per me dentro di me oltre la mente
il suo corpo su me come una coltre
ma oltre il corpo in me furiosamente
in me fuori di me oltre per oltre…

Oh, l’inutilità di questi affanni
la conosco a memoria, inutilmente;
e nel peso degli utili e dei danni
connetto notte a notte e niente a niente.

Osceno e sacro l’amore delibera
stessa sede per sé e per gli escrementi.
Se non mi leghi io non sarò mai libera,
né casta mai se tu non mi violenti.

Io mi arrendo, congedo i miei soldati,
la mia legione di sogni e di versi.
Combattete per altri disarmati,
vincete in verità, miei sogni in versi.

Patrizia Valduga 

(da Cento quartine e altre storie d’amore, 1997)

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