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Firenze, 6 luglio 2022 – Ricordando che il 6 luglio 1979, moriva a Cesenatico Marino Moretti.

Leopardi

O Leopardi, oggi mi sei davanti
come se nel mio cuor tutti cantassero
i tre canti scolastici, i tre canti

d’antologia : Sabato del villaggio.
Quiete dopo la tempesta. Passero
solitario…. (Oh natio borgo selvaggio!)

Forse li leggo. E il terzo canto è mozzo.
Hanno messo una fila di puntini
invece di quel tuo lungo singhiozzo.

T’hanno lasciato, quasi, a mezza via.
Non han voluto apprendere ai bambini
lo strazio della tua filosofìa.

Io? Non capivo; amavo la figura
più del racconto: più del tuo sconforto
il tuo cognome mi facea paura.

«Ma vedrai, bimbo, se la carta sudi, »
tu mi dicevi ; e non t’ udivo ; e accorto
veniva il tempo de’ più dotti studi.

Si commentava docili Consalvo,
pensando all’ombra che crescea d’un baffo,
guardando a tratti il pedagogo calvo ;

quindi il Pensiero dominante, il canto
estremo della innamorata Saffo,
l’epistolario: tutto un altro pianto….

E ancora erano facili i commenti,
che venner giorni assai più dotti : quelli
dei confronti, dei nuovi documenti,

delle domande : è Silvia oppur Nerina?
la Fattorini o la Belardinelli?
i tempi dell’ingenua dottrina….

O Leopardi, io non t’amai. Lontano
eri. Lontano sei. Ma ti ravviso,
e tu m’accenni con la stanca mano.

Mi dici piano, con la voce pia,
il cuor placato e un tacito sorriso
i tre bei canti dell’antologia:

ma neppur tu finisci il terzo: chini
la fronte, celi il tuo selvaggio lutto,
accetti, la pietà di quei puntini….

Ahimè che un bimbo io più non sono, ed uso
leggerti intero ! Ahimè che tutto, tutto
vedo e sento di te come in confuso :

Nerina, Silvia, Paolina, Aspasia,
la cara luna, il cuor tetro e randagio,
la ginestra, il pastor ch’erra nell’Asia,

e l’infinito, il mar del tuo naufragio.

Marino Moretti

(da Poesie. 1905-1914)