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Firenze, 27 febbraio 2020 – L’anniversario sarà domani. Quindici anni fa, il 28 febbraio 2005, nella sua casa di Bellariva moriva a Firenze Mario Luzi. Se ne andava con discrezione, secondo una morte comportatasi con lui in maniera gentile: come la “morte del giusto”, come la morte di un uomo buono.

Aveva fatto in tempo, quella mattina, ad accendere la radio che teneva vicino al letto, per entrare così, com’era sua abitudine, in quella vicenda del mondo che tanto lo affascinava e lo preoccupava. Entrarvi come uomo e come artista, secondo evoluzioni e movimenti interni rilevabili nella sua vasta carriera letteraria che già all’altezza del 1963, l’anno di Nel magma, avevano segnato per lui, il principe degli ermetici, un’integrale e del tutto responsabile accoglienza del modello dantesco nel segno della storia e dell’interesse per la “sorte comune”.

Firenze, la sua città, lo aveva solennemente festeggiato qualche mese prima in occasione del suo novantesimo compleanno. Tutti ci eravamo stretti attorno a lui, salutando un suo splendido nuovo libro intitolato Dottrina dell’estremo principiante e, assieme, la sua recente nomina a senatore a vita voluta dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi: quasi un suggello all’impegno civile, umano e societario, che un vero poeta non può non portare con sé e che nella sua poesia si era fatto via via più pressante e visibile.

Consapevole di porsi sulla scia di illustri precedenti in campo letterario (da Manzoni a Carducci, da Verga a Montale), Luzi rivendicava all’alto onore che gli era stato riservato con quella nomina istituzionale una sua duplice funzione rappresentativa. Una presenza volta a difendere – sue parole – “il settore della cultura, dell’arte, della loro storia, dei loro documenti e monumenti, della loro attualità”, e in parallelo una vigile partecipazione di uomo “né di partito né di parte”, ma “di pace”, interessato a promuovere qualsiasi evento o comportamento a questo valore ispirati.

Quindici anni, ormai, senza Mario Luzi, ma ricordarlo in occasione dell’anniversario della sua scomparsa ce lo fa come ogni anno sentire vicino: rinnova il suo esempio, rinsalda in tempi oscuri la speranza che attraverso i suoi versi straordinari continua a comunicarci.

Come da tradizione domani, a cura del Comune di Firenze e con la partecipazione del figlio del poeta Gianni Luzi, sarà deposta sulla tomba del Poeta nel Cimitero di San Michele a Castello una corona d’alloro.

Alle 11,30 nella Sala del Gonfalone del Palazzo del Pegaso sarà inaugurata, a cura del Consiglio Regionale della Toscana e del Gabinetto G.P. Vieusseux, la mostra delle opere d’arte appartenute al poeta: una pregevole collezione appena acquisita. Interverranno il Presidente dell’Assemblea Toscana Eugenio Giani, il Soprintendente Andrea Pessina e Gloria Manghetti, Direttrice del Gabinetto Vieusseux.

Per le ragioni note a tutti non avrà invece luogo alla fiorentina Biblioteca delle Oblate la prevista cermonia di premiazione del Premio Firenze per Mario Luzi rivolto agli studenti delle scuole medie inferiori e superiori di tutta la Toscana, promosso dall’Assessorato all’Educazione di Firenze in collaborazione con il quotidiano “La Nazione” e la Casa Editrice Le Lettere: un premio felicemente giunto, con numerose partecipazioni e con molti validi testi in gara, alla sua nona edizione. La premiazione, rinviata, si terrà in data da definire: speriamo presto.

Marco Marchi

Oscillano le fronde, il cielo invoca

Oscillano le fronde, il cielo invoca
la luna. Un desiderio vivo spira
dall’ombra costellata, l’aria giuoca
sul prato. Quale presenza s’aggira?

Un respiro sensibile fra gli alberi

è passato, una vaga essenza esplosa
volge intorno ai capelli carezzevole,
nel portico una musa riposa.

Ah questa oscura gioia t’è dovuta,

il segreto ti fa più viva, il vento
desto nel rovo sei, sei tu venuta
sull’erba in questo lucido fermento.

Hai varcato la siepe d’avvenire,

sei penetrata qui dove la lucciola
vola rapida a accendersi e sparire,
sfiora i bersò e lascia intatta la tenebra.

Mario Luzi

(da Quaderno gotico, 1947)

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