Ci mancava solo la Vergine Maria. Per il resto, il rosario delle fiction ha veramente snocciolato ogni sorta di liturgia mediatica. Papi, santi, vescovi, beati e don più o meno noti hanno popolato le digitalpellicole. Un po’ come la cinematografia a largo consumo, con offerte di tre per due per gli stessi attori: stragnocchi e stragnocche che riescono a fare la parte di Caino e Abele a distanza di pochissimo tempo.

Stavolta la Madonna ha il viso d’una modella, nostro Signore quello d’un sex simbol che paragonare al Cristo di Zeffirelli sarebbe come mettere accanto un Caravaggio e un romagnolesco quadro a olio battuto all’asta nelle salette rivierasche di Riccione o Gabicce. Che dire: vedremo la Vergine sfilare in passerella e un Cristo unto di grasso e pece, una specie di culturista messo in croce dai cattivoni. Che, lungi dalla denutrizione in corpo, mostra un fisico da Rambo.

Il bello è che ha anche studiato il compitino: ho sentito una simpatica intervista alla Rai dove la superstar che dovrà impersonare Jesus Christ, con gli occhioni dorati e cerulei, ci racconta di aver ben letto il vangelo. Credo anche che la fiction verrà lanciata come si merita, al tiggì serale e tra un pacco di bucatini e un’adsl con offerta.

Niente di male. Ma, da inguaribile bacchettone, credo che la fede sia una cosa molto, ma molto più rispettabile. Non ho mai visto fiction su Maometto da svendere in prima serata. Così come scimmiottare la fede d’un luterano o di uno Zwingli. Forse perché dell’Islam si ha più (giustissimamente) devozione  e riguardo. E forse perché Lutero o Zwingli sarebbero meno vendibili del brand cristiano. Più diffuso. Più comune. Più commovente e toccante per il tradizionale popolo delle fiction, addomesticato dai domatori della tv dei leoni. Buona visione.