Abbiamo crocefisso la Chiesa su Imu, Ici e dintorni. Ma forse ci siamo lasciati a tergo altri esentasse ben più macroscopici. Intanto, dai pulpiti, e non certo dalle sacrestie (e perpetue) di partito, arrivano gli unici buoni propositi e azioni anticrisi. Quelli a sostegno e stampella di imprenditori e gente qualunque sull’orlo del precipizio. Conosco Caritas diocesane che si fanno in quattro con i loro centri d’ascolto (e non solo) per gettare un salvagente a chi sta annegando in un mare di debiti. Offrono posti e avviamenti al lavoro, mettono una maschera d’ossigeno a chi annaspa nel nulla. E, soprattutto, senza richiedere tessere o voti.

D’accordo: anche i partiti sono un veicolo di incarichi. Ma provate a chiedere cosa vogliono in cambio. Forse l’anima. E non solo. Alle Caritas, basta bussare: non ti guardano in faccia e neanche addosso. Perché rispettano la privacy e il senso della dignità. In nome dei crocefissi e anche dei corani. Sparare su chi aiuta è da vigliacchi. Ed è forse proprio questo ingombrante, e parallelo governo, che toglie molte castagne dal fuoco ad un welfare che si fa a gara per abbattere.