Volevo cambiare argomento. Ma le boiate assurde della stampa mattutina mi costringono a rimanere lì, bloccato nella neve. Assassina. Killer. Burrascosa. Cattiva. Insolente. Odiosa. Incubo. In genere, quando due persone non hanno nulla da dirsi (uguale indifferenza) parlano del tempo. Ecco, forse si parla del tempo (e della neve) perché non sappiamo più cosa dire. Io parlo della neve perché, lo ripeto per la terza volta, mi mette felicità. Sarà un caso, ma oggi nella portolotta Ancona, terra di marinai, i fiocchi cadevano insistenti e il grugno tipico dei dorici pareva smorzato da un fanciullesco incanto. Perchè nevicava. Strade libere, pochi disagi, Comuni ormai pronti e zelanti all’eccesso garantiscono tutto. Anche il caffè coi pasticcini ai vecchietti. Con la neve tutti diventiamo più buoni. Quasi per magia. Solo la stampa dipinge scenari che confeziona da sola, immaginando campagne di Russia e diecimila gavette di ghiaccio in mezzo alla tundra battuta dal gelo. Stamane, aprendo la posta, ho notato decine e decine di appuntamenti (rigorosamente al chiuso) rinviati per neve. Anche le librerie rimandavano i loro meeting.

Troppo freddo per parlare degli etruschi o di Steve Jobs. Per alcuni, persino per lavorare. Paradossale: più procediamo in tecnologie, più arretriamo in paure ataviche, tinte di diabolico. Altro che strega di Biancaneve. Se raccontassero agli italiani che la neve mangia i bambini, tutti ci crederebbero. Guai mandarli fuori, a giocare. Freddo polare. Freddo siberano. E procurato allarme a getto continuo, fomentato dalla dissociazione tra realtà e mito. Un paradigma, questo, che può essere esteso a molti fatti. Alla paranoia generale e generalizzata. La neve, mi faceva notare un collega, è persino riuscita a seppellire i problemi. Quelli veri. Sapete che vi dico? Oggi mi sento più allegro. Godo al rumore delle catene razzolanti sulle strade imbiancate, godo a vedere doposci ai piedi dei goffi passanti, godo veder fioccare senza sosta, godo starmene al calduccio mentre fuori c’è la bufera di Heidi. L’Italia non si ferma, cammina e va a lavorare. Quando torna a casa, si gode questo spettacolo bianco. Portando i bimbi al parco e, perché no, sognando uno strepitoso weekend sulle montagne, con la slitta e gli sci. Buon divertimento a tutti.