Ma vi ricordate delle schedature del Sifar? Dei famigerati fascicoli che andavano a mettere le mani persino nelle mutande degli italiani? Doveva essere stato un lavoro bestiale. Penso a quei poveri agenti segreti. Lì, chini, a racimolare rigo per rigo gli affari intimi di ogni persona sotto inquadratura. Che dire, poi, della Stasi? Interi armadi, edifici zeppi di carta. Con miniate e incunaboli sui gusti e le abitudini (culinare, persino) degli osservati speciali. Viene da ridere: oggi basta un clic. Oggi basta un social network qualunque e siamo in grado di fare anche noi l’Intelligence. Per quelle scartoffie, nacquero casi politici, ci furono dimissioni, siluramenti, scandali. Oggi siamo noi stessi a propinare a chicchessia il nostro privato. Inquadrandolo in foto, in profili addirittura.

Osservava questa mattina il grande Giancluca Nicoletti, nel suo Melog di Radio 24, come basti la semplice immagine d’un salotto con la bevuta d’un limoncello per “giudicare” la persona in questione. Ora “fascicolizzare”, passatemi il termine, la vita del prossimo è un giochino da adolescenti. E, ancora, c’è un'”autofascicolazione” del soggetto, che autoviola la sua privacy. Penso alle maniacali e paranoiche biblioteche dei brigatisti, precursori dei motorini di ricerca. Specie quando si trattava di uccidere qualche povero cristo. Allora, la loro ricerca avveniva tra mille malatissime e sudate carte e ritagli di giornale.

C’era addirittura chi, nei cosiddetti fronti logistici, era “pagato” per collezionare trafiletti e aperture ed evidenziarne i contenuti. I tag, diremmo oggi. Le parole chiave. Oggi, tutto quello che sbattiamo on -line è con noi e contro di noi. Autovalorizza la nostra persona ma può anche autosqualificarla. Di lì, il più che mai accentutato senso di responsabilità, ingrediente fondamentale nell’uso e consumo della Rete. Povero Sifar. In fondo, aveva solo un millesimo di quello che oggi è possibile raccogliere navigando. Sovviene quasi un senso di tenerezza per quella intelligence pre-internettiana. Ora siamo tutti agenti segreti. O almeno potenziali. Altro che archivi della Stasi.