Ieri abbiamo scoperchiato il pentolone ribollente della memoria. Oggi ne esaminiamo il contenuto. Delle altre Costa Concordia della storia, abbiamo puntato il mouse sulla tragedia dell’Heleanna. Anno 1971. Grazie a voi, sono sbocciati altri ricordi. Più o meno amari e misteriosi. Vedi la catastrofe della Moby Prince. In questi giorni di schizofrenia mediatica, l’Italia ha dimenticato le altre vittime del mare, crocifiggendo e santicando quello e quell’altro in  nome di un giustizialismo mai sopito. Vi invito, quindi, a ricordare le altre tragedie di bordo rimaste senza memoria. Senza parola. Di cui, magari, siete stati protagonisti. O eroi. O semplicemente spettatori inermi. Scriviamole qui sotto, se non altro per un senso di rispetto verso chi ha sofferto prima.

Per quanto mi riguarda, voglio raccontarvi un aneddoto ancora legato al dramma dell’Heleanna. In casa, ho avuto parecchi amici di famiglia immersi in quella tremenda faccenda di basso Adriatico. Complice anche la posizione geografica: la nave aveva uno dei due capolinea ad Ancona e per forza di cose risultava comoda per raggiungere la Grecia. Non riuscirò mai a lavarmi di un ricordo che ancora è appiccicato alla pelle. Due signori che abitano a due passi da me, sono stati naufraghi. Dell’Heleanna. Lui ancora ricorda lo sterco in mezzo al quale si trovarono a nuotare, tra grida di bambini e gente con l’acqua più che alla gola. Ricorda anche l’inabissamento d’un medico di Montemaggiore al Metauro o di un’altra fanese morta in quel disastro. E ricorda anche d’un bimbo, senza salvagente perché non ce n’erano a sufficienza, che salvò dal fondale. Ricorda pure la benevolenza di quei pescatori e di quelle anime pugliesi e italiane che accorsero in aiuto. L’immagine d’una Italia che non naufragava ma che si tuffava al gelo pur di mettere al sicuro i suoi fratelli in mare.

Un’altra gentildonna, di cui cito nome e cognome, Maria Grazia Bui, ha raccontato in un suo articolo pubblicato dal puntualissimo settimanale diocesano di Pesaro, il Nuovo  Amico, la sua odissea in Adriatico, il fuoco nelle cucine, la disperazione ma pure il senso di speranza. Anche lei, naufraga dell’Heleanna, da un naufragio ha saputo riemergere. Raccontateci anche voi i vostri naufragi rimasti senza voce. La storia ve ne sarà grata.