Adesso si fanno chiamare anarchici. O, come diavolo scrivono?, Federazione anarchica informale-Cellula Olga. Ma il nome, e la fattura, è come quello della pelle d’un serpente: muta, ma non cambia essenza. L’azzoppamento di Genova ha qualcosa d’antico. D’inconsapevolmente antico. Forse, questa è l’impressione, meccanicamente assorbito da qualcuno, in una mimesi da omelia eversiva predicata in qualche tempietto dei centri sociali. Sarebbe a dire: non solo chi ha rivendicato non è coscientemente informato del processo storico dell’eversione e non ne ha una visione, passateci il termine, storicistica. Ma chi ha scritto quel volantino non conosce differenze tra anarchia e il resto dell’ideologia. Non ha cognizione della barriera. Fanno sorridere certi commenti: l’attentato, si scrive, non è di matrice brigatista. Sta bene: ma che cosa vuol dire oggi brigatista? Il nome non è proporzionale al contesto, agli anni, a chi ha raccolto l’eredità della violenza. Che di anarchici o no si parli, qui si tratta di lotta armata doc. Senza imitazioni.

La stella a cinque punte è solo un marchio. Più o meno scimmiottato dalla fine degli anni Ottanta in poi. Il resto è puramente ricorso al fuoco. Ai proiettili. Sintomo d’un malcontento che può sfociare in atteggiamenti emulativi (vedi i patetici e grotteschi volantini residuato bellico degli anni di Piombo affissi ad Equitalia) o, terribile, in azzoppamenti, azioni indotte più dall’emulazione acritica che dalla coscienza. Da una parte c’è un Paese al collasso, è innegabile, dall’altra un’ignoranza stratosferica che si muove goffa in un qualunquismo e ammazzaideologismo senza precedenti. Ed è quello che si evince dal volantino di rivendicazione. O di quello che si presume sia tale.

Gli anarchici, da che mondo e mondo, colpiscono con modalità differenti e non azzoppano. Uccidono. E con metodi rudimentali. Qui la tecnica è goffamente lottarmatista. Che poi la si chiami Fai o Br, che importa. E’ un segnale d’allarme. Di populismo sfociato in una deriva di fuoco. Che dobbiamo fermare. Subito. Senza acefali analisi su un brigatismo che nominalmente ed essenzialmente non esiste più. Qui c’è gente che ha preso una pistola. L’ha caricata. E ha puntato alle gambe. Domandiamoci il perché. E, se possibile, eliminiamone i motivi. L’esame di coscienza, stavolta, se lo deve fare il Paese. Collettivamente. Senza esitazioni.