Torno dopo alcuni giorni nei quali sono successe molte cose. Ho atteso a commentare alcuni accadimenti per tentare di avere uno sguardo più distaccato e un poì più lungo sui fatti italiani ed europei e su un problem adi fondo che rimane immutato: cosa fare di questa Europa. Due fotografie, a mio parere, illustrano bene il panorama: da un lato gli ucraini che scendono in piazza per chiedere di entrare in Europa. Dall’altra Beppe Grillo al V-Day che chiede il referendum sull’euro (ma anche gli eurobond). Viste una di fianco all’altra le due fotografie portano dritte a una conclusione: guarda un po’, chi non ha l’Europa la vuole, chi ce l’ha non la vuole più. Sarebbe una conclusione logica, ma altrettanto lo sarebbe il contrario: gli ucraini non vogliono più Europa, vogliono meno orbita russa. Gli anti euro (non solo Grillo) non vogliono dire addio alla moneta comune, ma un ’Europa diversa da quella che c’è. La questione non è di poco conto, soprattutto in vista della prossima campagna elettorale europea che si annuncia da tempo animata dai fronti anti europeisti e populisti.

Da europeista convinto e da sostenitore dell’euro — che ritengo il miglior successo politico degli ultimi cinquant’anni, credo che il referendum vada fatto e che l’Europa vada cambiata per averne di più e non meno. Ma per andare in questa direzione non ci sono leader all’altezza, nè nazionali nè internazionali, nè nei parlamenti nazionali, né nelle istituzioni comunitarie, a partire da una commissione che da troppo tempo dimostra di non avere ne spinte ne visioni.
Vi propongo qui una bella riflessione uscita sulla rivista on line del Mulino:. Si intitola Se l’Europa non piace, l’ha scritta Mario Riccardi.