Eugene F. Fama, Lars Peter Hansen e Robert J. Shiller hanno vinto il premio Nobel per l’economia. Lo ha deciso l’accademia di Svezia a Stoccolma. I tre economisti sono stati premiati per i risultati dei loro studi legati ”all’analisi empirica del prezzo degli asset”.  In sostanza:  prevedere gli andamenti di Borsa e dei titoli di Stato sul medio-lungo termine.  Eugene F. Fama, nato nel 1939 a Boston, insegna all’università di Chicago; Lars Peter Hansen, nato nel 1952 a Minneapolis, anch’egli dell’ateneo di Chicago; e Robert J. Shiller, nato nel 1946 a Detroit, insegna a Yale. Shiller _ che ha ricevuto il dottorato nel 1972 sotto la supervisione Franco Modigliani – è probabilmente il più noto dei tre economisti americani, al di fuori del mondo accademico, per i suoi studi sulla finanza comportamentale.  Ricordate la bolla delle dot.com nel Duemila? Shiller, in quell’anno, diede alle stampe un libro che si riveò un best seller: “Euforia irrazionale” (pubblicato in Italia dal Mulino). Un testo nel quale ‘economista avvertiva che il  mercato azionario era diventato una bolla. Nel settembre 2007 previde un crollo del mercato immobiliare americano e il conseguente panico sui mercati. Un anno dopo: Lehman Brothers. Insomma, è probabilmente l’0unco uomo ad avere previsto due delle più grandi crisi finanziarie.  Nel 2008 in Italia è uscito il suo libro Finanza Shock, dove analizzava le cause della grande crisi immobiliari e avanzava alcune proposte per uscirne. L’anno scorso, sempre il Mulino nel nostro paese, ha pubblicato il saggio “Finanza e società giusta”.  Blooberg News – citata nella quarta di copertina – lo descrive così: al tempo stesso pragmatico e visionario Shiller ci spiega quanto ha fatto il capitalismo finanziario per la società e quanto di più potrebbe fare se indirizzato al bene comune”. Un testo straordinario che rompe luoghi comuni e banalità: finanziare un’attività significa – è la sintesi del testo – creare l’architettura per raggiungere un obiettivo, ma la finanza di per sé non incorpora uno scopo, è una scienza funzionale che esiste per assecondare altri fini, quelli della società. Se i suoi meccanismi falliscono può sovvertire tali intenti, come è accaduto in questi ultimi anni, ma se correttamente regolata la finanza può contribuire alla realizzazione di una società giusta.

Schiller ha legato il suo nome anche a un indice (il Case Shiller) che misura i prezzi delle case unifamiliari nelle venti principali aree urbane del paese. Si tratta di Atlanta, Boston, Charlotte, Chicago, Cleveland, Dallas, Denver, Detroit, Las Vegas, Los Angeles, Miami, Minneapolis, New York, Phoenix, Portland, San Diego, San Francisco, Seattle, Tampa e Washington. C’è anche un indice aggregato calcolato sulla media di 10 aree metropolitane oltre ai dati relativi ad ogni singola area. E’ un indicatore che viene fornito mensilmente da Standard & Poor’s e che ha come base un valore di 100 riferito al gennaio del 2000.

 

 Gli americani Eugene Francis Fama e Robert J.Shiller “sono i due premi Nobel all’economia piu’ noti al grande pubblico”. Lo spiega all’Agi l’economista Giacomo Vaciago. “Da anni – aggiunge – ci aspettavamo un Nobel a uno dei due, o a tutti e due, anche se io dei due preferisco
Shiller, anche perche’ e’ lui che nel 2005 nel sui libro ‘Irrational Exuberance’, ha detto alla Fed: fate attenzione,
perche’ con la vostra politica monetaria state per far esplodere una bolla speculativa”. “Fama – prosegue – e’ il
teorico dell’efficienza dei mercati, mentre Shiller e’ il teorico delle bolle speculative e dell’instabilita’ dei
mercati. Dare un premio a entrambi significa voler evidenziare che l’efficienza e l’instabilita’ dei mercati non sono due cose
inconciliabili. In altre parole – spiega – significa dire che i mercati, per quanto efficienti, non sono stabili