A me la lettera sull’Imu non è ancora arrivata, e spero che non mi arrivi, per rispetto agli alberi inutilmente tagliati per diventare materiale elettorale di carta (che finisce nell’apposita raccolta differenziata).

Senza entrare nel merito del messaggio, quello che mi colpisce è il mezzo: la lettera, la carta. Roba ‘vecchia’, in un mondo che almeno a parole va solo verso il digitale. Comunichiamo con mail, Fb e What’sUp ha fatto quasi scomparire gli MMS e minaccia seriamente gli SMS, i giornali si leggono sul tablet, ecc ecc ecc. E ancora: i candidati parlano quasi più su Twitter che sui giornali, i cartelloni elettorali sono scompasi o quasi (costano troppo), e della tv c’è chi, come Grillo, si permette di fare a meno.

E poi da Berlusconi arriva una lettera di carta. In teoria è diretta al pubblico che non è digitale: anziani (ma poi chi l’ha detto che gli over 70 non sono digitali?), chi sceglie di non essere sempre connesso, quelli di cui non hai neanche una mail, ecc ecc. In pratica, l’ho rivista postata talmente tante volte su Fb da farmi pensare che è stata mandata random a milioni di famiglie.

Quindi: o gli strateghi della campagna elettorale di Berlusconi sono impazziti e annaspano alla ricerca di qualsiasi appiglio, oppure pensano che ci sia ancora un elettorato ‘vecchio’ non connesso e sensibile al pezzo di carta, oltre che della promessa di restituzione di soldi. Verba volant, scripta manent, altro che bit da disperdere nei server o urla nelle piazze: una strategia lontana anni luce da quella di Grillo-Casaleggio. Lunedì sera vedremo chi c’azzecca di più.

@FrancaFerriRdC