Che polemiche sull’Istat, che si dota di una nuova squadra per lanciare il piano di modernizzazione, ma si priva di uno dei suoi elementi storici. Tra i nuovi vertici infatti non compare più il nome di Linda Laura Sabbadini. Lo sconcerto per la mancata nomina è bipartisan. E non è solo una sollevazione al femminile, anche il mondo delle associazioni scende in campo a sostegno della studiosa. Marco Molinari, Bergamo

CHI ABITA e studia a Roma sa che non esiste in città un convegno sulle politiche di genere che non annoveri fra i suoi partecipanti Linda Sabbatini.Una donna di alta competenza che ha avuto la sensibilità, la capacità, l’abilità di individuare canali statistici nuovi atti a evidenziare il gap tuttora esistente fra generi. Così la decisione di privarsene sta suscitando un vespaio di polemiche perché uscirà di scena uno dei pochi, forse l’unico, dirigente dell’istituto conosciuto e stimato in campo internazionale. Quale il motivo? Ufficialmente la decisione dell’Istat «deriva dalla necessità di creare un’unica struttura per la produzione statistica». In realtà, si tratta di una autentica giubilazione, di uno scontro fra due modi antitetici di analizzare i numeri. Ultimamente va di moda parlare di “rottamazione”e pare necessario rottamare tutto e tutti. Nel caso di Linda Sabbadini, dove competenza e genere s’intrecciano, non lo era. [email protected]