I mezzi di comunicazione (televisione e giornali) servono a dare notizie, ma basta tutta questa morbosità. Si eviti di fare i profiler alla CSI o addirittura gli psicoanalisti. Ci stanno lavorando professionisti competenti e lasciamo a loro le inchieste e l’individuazione del colpevole. Questi casi hanno delle motivazioni fuori da ogni logica e sono troppo delicati per infangarli con le nostre inesperte intuizioni. Francy, ilgiorno.it

IN QUESTI GIORNI in cui la cronaca nera ha preso il sopravvento su tutto ci siamo domandati una sola cosa: qual è il limite?Il punto non è essere garantisti o meno, il punto è dare un’informazione che non debba per forza colpire allo stomaco, il punto è che bisogna fornire una notizia, non una non notizia che serve per riempire ore di trasmissioni. Eppure la tv entra nel vivo dei fatti senza mai riuscire a restituire il senso più profondo delle tragedie. È curioso notare come, in una fase di riflusso della tv generalista, il lievito di molte trasmissioni siano stati proprio i casi di cronaca nera dando sempre l’impressione di essere assetati più di sensazionalismo che di giustizia. In un’infernale spinta verso il basso, le trasmissioni sui delitti hanno colonizzato i palinsesti, sono diventate rubriche fisse dei contenitori pomeridiani e domenicali, si sono serializzate. E così lo spettacolo della sofferenza in tv rischia di essere solo una parodia della cognizione del dolore. [email protected]