I SOCIAL network dovrebbero essere maneggiati con cura, invece scopriamo che non soltanto gli adolescenti usano Facebook per esternare i propri stati d’animo ma anche i pubblici ministeri dai quali ci aspetteremmo un comportamento un po’ più compassato. Bene ha fatto il Csm a aprire un procedimento nei confronti del pm che ha espresso giudizi estetici su Garko: non si fa così se si ha un ruolo…
Giuseppe Mosca, Milano

UNA VICENDA quasi surreale con il pm dell’inchiesta sul crollo della palazzina di Sanremo (durante il festival) che ora dovrà affrontare un procedimento disciplinare davanti al Csm. Protagonista della vicenda è Barbara Bresci, di professione magistrato in quel di Imperia. È stata lei ad occuparsi delle indagini sull’esplosione nella villetta dove soggiornava Gabriel Garko. È stata lei a farsi scappare con le amiche sulla rete qualche considerazione estetica di troppo. Una vicenda di gossip? No, perché sullo sfondo c’è l’annosa questione tra la libertà di manifestare il proprio pensiero e la serenità di giudizio di un giudice: quesiti complessi, ma che si risolvono forse con la semplice considerazione che tale facoltà – sicuramente diritto di ogni cittadino – non dovrebbe comprendere anche le persone che sono oggetto di indagine. Anche perché – diciamolo francamente – al resto del mondo, che un magistrato giudichi Garko “bello” non importa a nessuno.

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