Sgarbi e Maroni propongono di portare i bronzi di Riace all’Expo ed è subito caos, scandalo, indignazione. Ma perché in questo Paese tutto deve trasformarsi in polemica? Perché, se abbiamo una ricchezza inestimabile da mostrare al mondo come i Bronzi, e se essi sono trasportabilissimi, si deve escludere questa ipotesi suggestiva che sicuramente darebbe lustro all’Expo e quindi a Milano e a tutto il Paese? Vincenzo, ilgiorno.it

PERCHÉ, verrebbe voglia di rispondere al lettore e a tutti coloro che hanno avanzato simili considerazioni in questi giorni, siamo in Italia e qualsiasi argomento affrontiamo lo facciamo con lo spirito ultras di un Paese malato di campanilismo. «I Bronzi sono miei e me li gestisco io» verrebbe da scrivere, interpretando le perplessità (per usare un eufemismo) avanzate da Reggio Calabria circa l’ipotesi di traslocarli a Milano in occasione dell’Expo. E l’aspetto della loro fragilità sembra passare in secondo piano rispetto alla rivendicazione di una proprietà (quella appunto calabrese) che ci lascia francamente perplessi. Su una cosa, comunque, ci sentiamo di schierarci dalla parte della sovrintendente di Reggio Calabria (contrarissima al viaggio dei Bronzi): è inaccettabile fare un discorso economico. Un museo non nasce per fare cassa, ma per fare cultura. Perché non è una fabbrica di bulloni. Ecco, proviamo a ragionare cominciando proprio da qui. [email protected]